Sud Sudan – Attacchi alle nostre strutture mediche a Malakal

“Uomini armati sono entrati due volte nelle strutture di MSF a Malakal, dove hanno saccheggiato e spaventato fisicamente l’équipe” ha detto Arjan Hehenkamp, direttore generale di MSF. Condanniamo nel modo più assoluto quanto avvenuto a Malakal, nell’Upper Nile State, nemmeno una settimana dopo il saccheggio di un’altra struttura di MSF a Bentiu, capitale dell’Unity State.

“Questi atti di violenza sono inaccettabili e compromettono seriamente le attività di MSF” continua Hehenkamp. “La sicurezza degli operatori umanitari deve essere rispettata. Non abbiamo scelta, dobbiamo sospendere temporaneamente le nostre attività nell’ospedale di Malakal, lasciando migliaia di persone senza le cure mediche e chirurgiche di cui hanno drammaticamente bisogno.”

Nei giorni scorsi a causa dei diffusi attacchi e saccheggi nella città, l’ospedale di Malakal ha accolto più di 80 feriti e moltissime persone che si sono radunate lì con tutte le loro cose in cerca di protezione. In centinaia hanno lasciato la città per le crescenti condizioni d’insicurezza.

Gli intensi combattimenti in quest’area hanno visto raddoppiare in quattro giorni il numero di persone sfollate in cerca di riparo presso una delle basi delle Nazioni Unite a Malakal. Oggi si stima siano circa 20 mila. Le violenze hanno impedito alle équipe MSF di continuare a fornire loro assistenza medica e di avviare l’importante campagna di vaccinazioni in programma.

Dopo i pesanti combattimenti scoppiati a Malakal, le nsotre équipe d’emergenze hanno assistito più di 130 pazienti con ferite da arma da fuoco a Malakal e Nasir.

“La nostra preoccupazione è che potrebbero esserci molte più persone ferite senza accesso alle cure mediche” dice Rapahel Gorgeu, capo missione di MSF in Sud Sudan.

MSF lavora nella regione di Malakal dal 2002. Prima del conflitto le équipe di MSF fornivano alla comunità locale la cura per una malattia dimenticata come il Kala azar e assistenza ai rifugiati provenienti dal vicino Sudan.

Dopo lo scoppio delle ostilità a dicembre, MSF ha rafforzato la propria équipe a Malakal concentrandosi sulle cure chirurgiche e post operatorie per i pazienti feriti in ospedale, e sull’assistenza medica di base per le persone sfollate che avevano cercato rifugio nella base ONU in città.

MSF chiede a tutte le parti coinvolte nel conflitto di rispettare l’integrità delle sue strutture mediche e consentire ai pazienti di avere accesso alle cure mediche, a prescindere dalla loro origine e dalla loro etnia.

 

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