Sud Sudan: MSF interviene per fronteggiare una grave epidemia di colera a Juba.

 

Juba/Roma, 22 febbraio 2006 – Medici Senza Frontiere (MSF) ha avviato un intervento d’urgenza nel sud del Sudan per rispondere a una grave epidemia di colera nella città di Juba. I primi casi sospetti sono stati segnalati alla fine di gennaio nella città di Yei, a sud ovest di Juba, e da quel momento la malattia si è diffusa rapidamente. Il 6 febbraio, il primo caso sospetto è stato identificato a Juba, e pochi giorni dopo l’epidemia di colera è stata confermata. Dopo 15 giorni, il 21 febbraio, sono stati già registrati 1,864 casi e 45 morti.
 

Dopo avere allestito un programma a Yei, il nuovo intervento d’urgenza di MSF si concentrerà su Juba, una città di oltre 250,000 abitanti, designata come la capitale del Sudan meridionale in seguito agli accordi di pace firmati tra nord e sud nel 2005. L’obiettivo di questo intervento è ridurre la mortalità tra i casi infetti e interrompere la diffusione della malattia. Un’equipe sta già lavorando in un centro di trattamento del colera (CTC) che è stato realizzato all’ospedale pediatrico di Al Shaaba. L’equipe garantirà un trattamento adeguato nel CTC, formerà lo staff sanitario locale, realizzerà un chiaro protocollo d’intervento e assicurerà rifornimenti regolari.
 

MSF ha intenzione di aumentare la capacità del CTC e se necessario mettere in piedi altre strutture per affrontare il grande numero di nuovi casi che ci si attende. Per il momento, un altro CTC è in funzione all’ospedale universitario di Juba, ma ha già raggiunto la sua capacità massima.

A parte il trattamento dei casi, le equipe di MSF lavorano a una strategia globale di risposta all’epidemia, in coordinazione con altri attori per assicurare un effettivo sistema di riferimento, un’accurata sorveglianza dell’evoluzione dell’epidemia, rifornimento di acqua potabile e disinfestazione delle case dei pazienti. Dal momento che la regione non è una zona endemica per il colera, ci si aspetta che la popolazione abbia una conoscenza limitata circa le modalità di trasmissione e di prevenzione della malattia. Di conseguenza un’enfasi particolare sarà posta sulle attività di sensibilizzazione.
 

L’epidemia sta colpendo un’area urbana, non endemica, dove la popolazione fa un uso enorme dell’acqua inquinata del fiume Nilo. Per tutte queste regioni ci si può aspettare una grande epidemia. Undici operatori internazionali di MSF stanno lavorando in questo momento per fronteggiare l’epidemia, e altri sette li raggiungeranno entro la fine della settimana. Oltre 70 tonnellate di materiale medico e logistico sarà inviato a Juba nel corso dei prossimi giorni.

Condividi con un amico