Sud Sudan peggiorano le condizioni dei 63.500 rifugiati nel campo di Yida

Circa 500 persone arrivano ogni giorno al campo di Yida. L’UNHCR segnala la presenza di 63.500 rifugiati in un campo già sovraffollato e originariamente costruito per ospitare 15.000 persone. Fuggiti dal conflitto e dall’insicurezza alimentare nel sud Kordofan, verso il vicino Sud Sudan, i rifugiati arrivano in condizioni critiche, dopo aver camminato per giorni, a volte per settimane, attraverso i monti Nuba.

 

 

Sheik Osman ha 55 anni, è padre di 7 bambini e capo di un villaggio di 500 famiglie.

A settembre, ha abbandonato il suo villaggio, Kwaimol, insieme ad altre 18 famiglie.

Vivono nel campo di Jamam da dicembre

 

Leggi la testimonianza di Osman >>

 

 

 

Molti dei nostri pazienti sono in stato di shock e la mortalità negli ospedali aumenta al crescere della popolazione nei campi”, spiega il dottor Mego Terzian, responsabile dell’emergenza per MSF. “I pazienti sono così numerosi che dobbiamo concentrare i nostri sforzi su quelli la cui vita è più a rischio e sui bambini che soffrono di diarrea, di infezioni severe e di malnutrizione”.

Nell’ospedale gestito da MSF, i ricoveri dei bambini al di sotto dei cinque anni, che rappresentano la maggior parte dei pazienti, sono duplicati in un mese, passando da 104 a 209. La percentuale di bambini malnutriti è ugualmente aumentata. Anche la mortalità ospedaliera è passata in un mese dal 7 al 15%, dovuta essenzialmente a diarrea e infezioni severe, tra cui la polmonite. Le équipe di MSF si sforzano di sensibilizzare i genitori affinché riconoscano i sintomi della malattia e portino i bambini in ospedale il più presto possibile.

Da aprile, la popolazione nel campo di Yida è più che triplicata. Sono già iniziate le piogge mentre l’acqua e i mezzi di assistenza sono al momento insufficienti per far fronte all’afflusso delle persone. Nonostante gli sforzi delle organizzazioni presenti, le condizioni di accoglienza e di vita per i 63.500 rifugiati sono totalmente inadatte.

“La maggior parte delle visite nelle strutture mediche di MSF riguarda malattie dovute alla scarsa qualità dell’acqua che potrebbero essere facilmente ridotte con l’accesso ad acqua potabile e una quantità sufficiente di latrine“, spiega André Heller, capo missione di MSF in Sud Sudan.

Per rispondere all’aumento costante dei bisogni, MSF, principale attore medico presente in questo campo, ha intensificato le proprie attività, portando a 60 letti la capacità ospedaliera e aggiungendo 3 tende nell’ospedale. MSF ha rafforzato anche le proprie équipe che contavano già 80 persone.

 

ATTIVITÀ MSF/Sud Sudan

 

 

Upper Nile State

Da novembre 2011, MSF fornisce assistenza ai rifugiati nell’Upper Nile State, attraverso attività medico umanitarie nei tre campi principali di Jamam, Doro e Batil, e ha allestito delle cliniche mobili per i rifugiati nei campi di transito e per far fronte a futuri afflussi dal Sudan.
MSF ha allestito tre ospedali nei campi di Jamam, Doro e Batil che forniscono servizi ambulatoriali, terapia intensiva, maternità e trattamenti nutrizionali. A Jamam è attiva anche una sala operatoria, utilizzata principalmente per i parti cesarei. In tutti e tre i campi, MSF porta inoltre avanti attività di promozione della salute e sensibilizzazione.
MSF fornisce acqua a Jamam e Doro, e si occupa della gestione di due dei tre pozzi a Batil, l’80% della distribuzione totale di acqua nel campo.
È per ora terminata la distribuzione di generi di prima necessità: oltre alle 4.000 famiglie che hanno ricevuto il kit di prima necessità il 18 giugno al campo transitorio K18 (inclusi teli di plastica, coperte, taniche, sapone), sono stati distribuiti altri 2.000 kit ai rifugiati trasferiti al campo di Batil; altri 1.700 ai rifugiati ricollocati dal K18 al T3; e 50 ai nuovi arrivati da El Fuj (frontiera con il Sudan).
MSF sta aumentando i punti di distribuzione dell’acqua lungo la strada dal confine al campo di Jamam, nel caso dovesse verificarsi un nuovo afflusso di rifugiati.

 

Unity State

MSF gestisce un ospedale nel campo rifugiati di Yida che effettua 1.000 visite mediche e ricovera circa 100 pazienti a settimana. Le équipe forniscono inoltre assistenza medica al punto di registrazione dei nuovi arrivati al campo. Nelle ultime due settimane sono stati vaccinati contro il morbillo 14.000 bambini al di sotto dei 15 anni.

 

 

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