Sud Sudan: testimonianze dal campo di Jamam

A settembre è iniziato il bombardamento sul nostro villaggio. Le bombe lanciate dagli aerei bruciavano tutto, incluse le case. Gli aerei passavano di notte, ma a volte anche durante il giorno. E bombardare incessantemente per ore. Quando un aereo finiva, ne arrivava un altro al suo posto. Noi dovevamo correre e nasconderci tra le piante e i cespugli.

Quando siamo fuggiti abbiamo avuto molte difficoltà. Un uomo trasportava tre bambini sulla schiena. Io ne portavo due sulla mia. Io ho sette figli, ma solo cinque sono arrivati a Jamam. Gli altri due sono dispersi da settembre, mentre erano col bestiame al pascolo e non ho più avuto loro notizie. Pensavamo di fuggire e cercare un riparo per un giorno, ma poi gli aerei sarebbero ritornati e noi avremmo dovuto ricominciare a correre.

A Kwaimol, la vita era confortevole. Quando siamo fuggiti, abbiamo lasciato tutto, il bestiame, le galline e i cereali. A causa della guerra, è rimasto tutto lì. Ognuno ha lasciato tutti i propri averi quando è scappato. Non penso mai alle cose che ho lasciato. Noi siamo arrivati solo con i nostri vestiti indosso. Questo è quello che avevo addosso. Queste sono le scarpe che avevo quando sono scappato.

Abbiamo camminato per quattro mesi e alla fine abbiamo raggiunto El Fuj, il punto di frontiera, alla fine di dicembre. A El Fuj abbiamo avuto un po’ di tregua, ma poi gli aerei sono arrivati a bombardare anche lì. Quando siamo arrivati a Jamam ero felice di essere in un posto sicuro senza guerra. Ci hanno dato del cibo e i bambini hanno potuto mangiare. Ma c’erano problemi con l’acqua. Ci sono tante persone quindi a volte l’acqua finisce. Spesso l’acqua non è sufficiente per cucinare perciò la conserviamo per bere. Nel frattempo, molte persone si sono ammalate. Abbiamo percorso un lungo cammino e molte persone hanno dolori articolari e soffrono di diarrea.

Il problema sono le inondazioni. Quando ha piovuto la scorsa settimana, alcune tende sono cadute a causa delle inondazioni. Le tende si sono allagate e si è bagnato tutto. I bambini sono stati sollevati sopra i letti per farli dormire, ma il suolo era pieno d’acqua. I bambini si sono ammalati a causa del freddo. Alcuni avevano la tosse e la febbre: li abbiamo portati alla clinica e ora stanno meglio. Alcuni avevano diarrea e li abbiamo portati al centro di distribuzione dei sali per la reidratazione orale e ora stanno meglio. Una ragazza con febbre, tosse e dolori al petto non si è ancora ripresa.

Vorremmo trasferirci in una zona asciutta, perché il capo villaggio di Jamam mi ha detto che durante i mesi di agosto e settembre vi sono molte inondazioni e questa zona si riempirà d’acqua. Penso alla mia casa e vorrei tornare indietro. Ma lo voglio fare solo quando ci sarà la pace. È per colpa della guerra se siamo ancora qui.

Condividi con un amico