Sudan: migliaia di persone in fuga dal conflitto

Juba/Bruxelles/Roma – Nelle ultime settimane, migliaia di rifugiati hanno attraversato il confine del Sudan e sono entrati nel nuovo stato indipendente del Sud Sudan. Lunedì 28 novembre, Medici Senza Frontiere ha avviato un intervento medico d’emergenza nel villaggio di Doro, a circa 40 km dal confine, dove i rifugiati sono fuggiti dai combattimenti nello stato del Nilo Azzurro.

Si stima che siano già arrivati 13.000 persone tra uomini, donne e bambini e l’equipe di MSF è testimone dell’esodo di migliaia di persone che stanno fuggendo con i pochi averi che sono riusciti a portare con sé dalla zona di frontiera verso il punto di raccolta di Doro.

Il luogo in cui si stanno riversando non è ancora un campo rifugiati, dato che l’organizzazione e l’assegnazione di appezzamenti di terreno alle famiglie è appena agli inizi“, afferma Jean-Marc Jacobs, vice capomissione in Sud Sudan, che si trovava nella zona la scorsa settimana per valutare i bisogni della popolazione in vista di una risposta efficace all’emergenza sanitaria. “Ma l’area si sta riempiendo di rifugiati e la coda dei nuovi arrivi per la registrazione è sempre più lunga. Il numero elevato di persone supera la capienza della clinica locale”.

Rispondere all’emergenza

Durante il fine settimana, MSF è riuscita a ottenere le prime forniture di farmaci e attrezzature mediche per Doro e lunedì scorso un’equipe di tre medici ha cominciato a fornire assistenza medica ai rifugiati.

Per ora ci stiamo concentrando sui malati più critici” spiega Asaad Kadhum, coordinatore del team di emergenza di MSF a Doro. “Fino alla scorsa settimana nella nostra clinica abbiamo trattato 118 pazienti. Gravi casi di malaria, diarrea e malattie respiratorie sono le nostre priorità, e finora abbiamo curato 22 casi urgenti. Ora che siamo operativi, ci aspettiamo di assistere circa 120 pazienti al giorno nella nostra clinica. Ma il campo copre una vasta area e si sta espandendo, così abbiamo bisogno di avviare un servizio di cliniche mobili al più presto possibile per raggiungere tutti coloro che hanno bisogno di cure mediche“.

Malnutrizione grave e salute materno-infantile

L’equipe di MSF nei prossimi giorni avvierà un programma terapeutico nutrizionale per il trattamento dei bambini sotto i cinque anni affetti da malnutrizione grave. Saranno essenziali le vaccinazioni per prevenire la diffusione di malattie trasmissibili. Inoltre, l’equipe ha potuto già costatare la necessità critica di effettuare delle visite per la salute prenatale e materna a causa della presenza di un numero elevato di donne incinte che dovranno partorire in condizioni estremamente difficili.

Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane dato il numero elevato di rifugiati in arrivo a Doro, le cure mediche non saranno gli unici bisogni urgenti. Ci sono solo due pozzi nella zona e le persone sostano in coda fino a cinque ore, circa 13.000 rifugiati e gli abitanti in loco cercano di prendere l’acqua di cui hanno bisogno. Non ci sono ancora delle latrine e non è chiaro come queste persone potranno avere cibo a sufficienza.

In una situazione come questa le necessità di acqua potabile, di servizi igienici e assistenza sanitaria non possono essere dissociate“, spiega Kadhum. “Il nostro esperto di potabilizzazione dell’acqua e di servizi igienico-sanitari sta valutando le misure più urgenti da mettere in atto. Inoltre, stiamo aumentando il numero di operatori in modo da raggiungere varie zone dove i bisogni sono più urgenti, sia nel campo o vicino ai valichi di frontiera“.

Le loro storie

Molti dei rifugiati hanno raccontato a MSF di essere fuggiti dai bombardamenti intorno ai loro villaggi nello stato del Nilo Azzurro. “Ho deciso di lasciare la mia casa perché stava arrivando la guerra”, ha riferito un uomo di 50 anni a Doro. “Abbiamo visto gli aerei. Hanno bombardato il nostro villaggio. Noi siamo stati in viaggio per 8 giorni. C’erano lunghe file di persone che camminavano con noi. Siamo arrivati 3 giorni fa, ma avevamo solo il poco cibo che abbiamo portato con noi e siamo stati alcuni giorni senza mangiare”.

Più vicino al confine si sono riversate centinaia di famiglie, cercando un po’ di riposo prima di intraprendere la seconda parte del loro viaggio verso Doro. “Pensiamo ci siano circa 8.000 rifugiati in movimento, camminano lentamente dal confine verso Doro“, spiega Kadhum. “Sono esausti e terrorizzati. Si può vedere la paura nei loro occhi. E non sappiamo quante altre persone attraverseranno il confine, nei giorni e nelle settimane a venire“.

L’evoluzione di questa crisi è difficile da prevedere. Eppure, con l’elevato numero di rifugiati in cammino l’assistenza medica di base continuerà a essere un bisogno urgente e tutte le possibili misure devono essere adottate per assicurarsi che i rifugiati possano trovare riparo in un ambiente sicuro e sano.

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