Medici Senza Frontiere, Médecins du Monde e Handicap International hanno rivolto un appello all’ambasciatore israeliano in Francia per ribadire il diritto fondamentale dei civili a ricevere assistenza sanitaria e dei medici di poter curare i feriti.
Nella notte tra lunedì e martedì diverse ambulanze sono state bloccate per ore nella striscia di Gaza e a Ramallah è stato accerchiato l’ospedale, impedendo alle ambulanze di entrare e uscire.
In una settimana sono più di dieci i membri del corpo medico che sono stati uccisi nell’esercizio della loro professione.
Dal novembre 2000, MSF interviene con due programmi di assistenza medica e psicologica nei territori dell’Autorità Nazionale Palestinese di Gaza e Cisgiordania.
Questi programmi sono rivolti alle persone che vivono nelle regioni più esposte alle violenze e sopratutto a coloro che vivono in prossimità di quei punti in cui avvengono gli scontri più violenti: check-point dell’esercito israeliano, insediamenti dei coloni, ecc.
Dall’inizio di marzo 2002 stiamo assistendo ad un’escalation della violenza senza precedenti, da entrambe le parti in conflitto. Questi ultimi giorni sono stati i più sanguinosi degli ultimi 14 anni.
Gli attacchi delle forze di difesa israeliane contro i territori autonomi palestinesi proseguono in un crescendo sempre più drammatico.
Nella prima settimana del mese di marzo sono morti circa 100 palestinesi, tra cui civili e bambini, uccisi dalle incursioni aeree israeliane e durante le invasioni dei campi profughi nei pressi di Jenin, Nablus, Tulkarem, Betlemme e Gaza.
Colpi d’artiglieria hanno colpito anche la città di Hebron, dove risiede e lavora un’équipe di MSF.
I servizi di pronto-soccorso e il personale sanitario sono anch’essi nel mirino degli attacchi e non possono, di fatto, curare i feriti.
Le ultime vittime sono : il direttore del pronto soccorso di Jenin, un’infermiera delle Nazioni Unite a Tulkarem, un ambulanziere, un soccorritore e un assistente medico a Gaza. Numerose ambulanze sono state distrutte e sono spesso il bersaglio di questi attacchi. Durante gli ultimi 17 mesi, l’esercito israeliano ha ucciso 15 membri del personale medico e ne ha feriti molti altri.
L’ospedale di Hebron, Al-Mezzan, è stato il bersaglio di diversi bombardamenti. Il dipartimento di patologia e il bar dei pazienti sono stati danneggiati.
Gli attacchi senza precedenti perpetrati dall’esercito israeliano ai danni del personale medico-sanitario sono estremamente preoccupanti e rappresentano una violazione del diritto internazionale.
Sia la convenzione di Ginevra sia il diritto umanitario internazionale proteggono espressamente i servizi medici e i feriti nel corso di un conflitto. Le parti belligeranti sono tenute a offrire cure mediche ai feriti e a facilitare l’accesso del personale medico alle persone bisognose di cure, garantendone la sicurezza.
MSF condanna fortemente questi attacchi e chiede alle autorità israeliane di adottare immediatamente tutte le misure necessarie per proteggere il personale medico, assicurandogli la possibilità di curare i feriti e di portare assistenza ai più bisognosi.