A Toronto MSF presenta nuovi dati che dimostrano come i trattamenti pediatrici funzionino nei paesi poveri.

Toronto, 16 agosto 2006 – Gli studi evidenziano anche come le formulazioni pediatriche dei medicinali in questione siano eccessivamente care, con prezzi che sono fino a sei volte superiori agli stessi medicinali per adulti.

In tutto il mondo si stima che siano 2,3 milioni i bambini affetti da HIV, la grande maggioranza di loro si trova nell’Africa sub-sahariana. Nove bambini su dieci neo infettati contraggono il virus dalla madre, questo avviene perché gli sforzi per prevenire questa trasmissione rimangono insufficienti. Sono ancora troppo pochi i bambini in trattamento ARV: appena il 5% dei 660mila che ne hanno urgentemente bisogno. Inoltre mancano test appropriati per la diagnosi sui neonati e ci sono ancora pochi strumenti adatti al trattamento dei bambini.

MSF sostiene che le organizzazioni internazionali sono state estremamente lente nel rispondere ai bisogni di un numero crescente di bambini affetti da HIV/AIDS e avverte che aumentare il numero di bambini trattati sarà impossibile senza un’azione immediata.

MSF ha presentato dati clinici ottenuti curando bambini nei paesi poveri. I dati raccolti sui 13.754 pazienti al di sotto dei 13 anni, trattati da MSF nei suoi programmi in 14 paesi, dimostrano che i bambini possono essere curati con successo:  l’80% di loro era in vita e continuava la terapia dopo 24 mesi di trattamento, con pochi effetti collaterali. Si sono registrati risultati positivi anche nel conteggio dei CD4 e nel recupero di peso. In assenza di formulazioni pediatriche adatte, la maggior parte dei bambini sono stati curati con pastiglie per adulti spezzettate.

“Sappiamo che curare i bambini funziona, avendo a disposizione strumenti migliori ne potremmo trattare molti di più”, afferma il dott. Moses Masaquoi rappresentante di MSF in Malawi. “Vediamo il numero di bambini nati con il virus dell’HIV crescere costantemente in Africa perché le future madri non hanno accesso alle cure pre parto e i bambini nati da madri affette dall’HIV non vengono quasi mai seguiti”. Anche nei progetti MSF i piccoli al di sotto di un anno rappresentano solo il 2% dei bambini in terapia antiretrovirale. Senza il trattamento la metà dei bambini che contraggono il virus dell’HIV dalla madre muoiono prima di raggiungere i due anni di età.

Diagnosticare il virus e l’adeguata terapia rimangono le sfide principali. La diagnosi è difficile in contesti poveri perché il test per il controllo degli anticorpi usato negli adulti non è accurato in questo gruppo d’età. Il trattamento è difficile perché ci sono pochi dosaggi pediatrici appropriati di ARV, costringendo gli operatori sanitari a spezzare le pastiglie per adulti che non sono comunque configurate per un’assunzione parziale – una soluzione ben lontana dall’optimum. Per i bambini che pesano meno di 4 chili anche questa strategia è impossibile perché l’unica opzione sono sciroppi difficili da misurare, amari, spesso da conservare in frigo ed estremamente cari. La maggioranza dei bambini infetti vive in paesi poveri ed è per questo che le compagnie farmaceutiche stanno investendo a fatica nello sviluppo di formulazioni pediatriche.

Inoltre i prezzi per quelle disponibili sono eccessivamente alti e non giustificati dal contenuto effettivo degli ingredienti farmaceutici, in quanto questi vengono a costituire la componente principale nei costi di produzione e quindi dovrebbero determinare il prezzo finale  – solitamente costituisce oltre la metà del costo di produzione di un medicinale.
Per fare un esempio la dose di zidovudine richiesta per trattare un adulto costa 175$ all’anno. Il totale di ingredienti farmacologici contenuti in una dose per adulti è tre volte tanto quello contenuto nella dose di zodivudine sciroppo per trattare un bambino al di sotto dei 10kg. Logicamente lo sciroppo dovrebbe quindi costare 40$. Eppure questo prodotto ha un prezzo di 215$, ovvero 5 volte superiore.

L’OMS e l’UNICEF devono chiedere urgentemente le formulazioni necessarie secondo le esigenze di un chiaro protocollo terapeutico. In effetti in assenza di tale protocollo due compagnie hanno iniziato a produrre la tanto attesa combinazione di dosi fisse, ma in dosaggi diversi.

“La mancanza di protocolli da parte dell’OMS sta rendendo il trattamento dei bambini ancora più confuso, indicazioni chiare tre anni fa avrebbero potuto aiutare ad evitare tutto ciò”, afferma Fernando Pascual, farmacista della campagna Accesso ai farmaci Essenziali di MSF.

MSF offre trattamento antiretrovirale a oltre 60mila pazienti in 63 progetti sparsi in 32 paesi, tra loro ci sono 4mila bambini. Da metà anni ’90 MSF ha iniziato a curare persone che vivono con il virus dell’HIV/AIDS nei paesi  in via di sviluppo e nel 2000 ha iniziato a offrire trattamenti antiretrovirali (in Thailandia e Sud Africa).

Documenti, contatti e informazioni sulla presenza di MSF alla 16° Conferenza Internazionale sull’AIDS  sono disponibili a www.accessmed-msf.org o www.msf.ca/aids2006

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