UE : dichiarazione di Medici Senza Frontiere a conclusione del vertice del Consiglio Europeo

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L’inasprimento delle misure di contrasto alle migrazioni, culminate nel recente accordo con la Turchia e con l'approvazione del Partnership Framework, oltre ad aumentare la sofferenza delle persone, sta mettendo in seria discussione il concetto di rifugiato e di protezione internazionale.

“Con il via libera al “Partnership Framework” proposto dalla Commissione, il Consiglio Europeo ha reso l’accordo UE-Turchia un modello di risposta alla gestione dei flussi migratori e di rifugiati verso l’Europa, ignorando le tragiche conseguenze umanitarie che questo puó avere- in particolare in Grecia- e l’attacco al diritto d’asilo che esso rappresenta” dichiara Aurelie Ponthieu, responsabile advocacy per la Migrazione di MSF.

“Pur riconoscendo le sfide della crisi legata ai grandi movimenti di massa a livello globale, il Consiglio sta reagendo con una risposta di contenimento delle persone in fuga da regioni di guerra e conflitto. Invece di estendere la protezione e l’assistenza a coloro che ne hanno piú bisogno, gli stati europei girano lo sguardo dall'altra parte, mettendo a rischio il diritto di fuga e di asilo. L’attenzione posta dall’Unione Europea sulla deterrenza e l’esternalizzazione dei controlli di frontiera non impedirà alle persone di raggiungere l’Europa, ma aumenterà invece le reti di trafficanti, mettendo ancora piú a rischio la vita di chi fugge. Un nuovo approccio é necessario: il solo modo per far fronte alla crisi creata dalle stesse politiche europee, é garantire vie legali e sicure per raggiungere l’Europa, favorendo l’accesso al diritto di asilo e alle misure di ricongiungimento familiare, e nel contempo migliorando le condizioni di accoglienza in Grecia e in Italia.”

 

La campagna #MILIONIDIPASSI: le nostre richieste

 
Più di 60 milioni di persone nel mondo fuggono da guerre, violenze o povertà. Non sono criminali ma uomini, donne e bambini che hanno bisogno di cure mediche, sostegno psicologico e protezione. Chiediamo ai governi e alla comunità internazionale un cambio di passo per affrontare il tema delle popolazioni in movimento come un’urgente questione umanitaria, non più come un problema di sicurezza.
 
Chiediamo l’istituzione di canali legali e sicuri che consentano ai richiedenti asilo di raggiungere l’Europa senza essere costretti a pagare i trafficanti per la pericolosa traversata del Mediterraneo. Intanto, per fermare le morti in mare, serve un meccanismo intergovernativo di ricerca e soccorso in mare dotato di mezzi di soccorso dedicati. Subito!
 
L’Europa deve abbandonare la logica della fortezza da difendere. Chiediamo di superare i muri e il filo spinato, interrompere le deportazioni previste negli accordi con i Paesi d’origine, cessare gli abusi delle forze di polizia, offrire un’accoglienza dignitosa a chi fugge e assistere le persone più vulnerabili.

 

 

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