Vi scrivo da…Bo.

Ciao a tutti miei cari,

 

 

scommetto che vi eravate già scordati di me, eh!? Scusate se non mi sono fatto sentire per un po’ ma non è semplice trovare un po’ di tempo per scrivere due righe in tranquillità. Comunque vi voglio subito rassicurare circa la mia permanenza in Sierra Leone dicendovi che rispetto ai miei iniziali disagio e preoccupazione espressi nella mia prima mail le cose ora vanno di gran lunga meglio.

 

Innanzitutto mi sono fatto conoscere meglio un po’ da tutti e questo sicuramente mi fa sentire molto meno spaesato rispetto al primo periodo anzi si può dire che oramai sono di casa. Sono riuscito ad ingranare con il lavoro e a distanza di un mese da quando siamo partiti con la prima costruzione, il nuovo reparto maternità, tre o quattro costruzioni/riabilitazioni sono in corso contemporaneamente e questo mi rende molto felice oltre che impegnato…

 

Fortunatamente ho degli assistenti molto in gamba e sicuramente sto imparando molto da loro.

 

Comunque è davvero una soddisfazione per me vedere ogni giorno crescere sempre più quello che progetto sulla carta, è una soddisfazione che avevo già provato quando lavoravo come progettista strutturale prima di lavorare per MSF, ma totalmente diversa da quella perché questa volta lo scopo ultimo del mio lavoro è ben chiaro e congeniale al mio modo di pensare e di essere.

 

E poi vi assicuro che dal punto di vista professionale è un’esperienza davvero unica perché sto apprendendo tecniche di costruzione totalmente nuove per me, certo meno sofisticate di quelle del mondo “sviluppato”, ma sicuramente molto interessanti.

 

E dal punto di vista umano che dire, potete immaginarlo da soli. Come in Angola, anche qui tantissima gente che soffre perché non ha cibo, o perlomeno non a sufficienza, non ha una casa decente, come siamo abituati a pensare noi perlomeno, e soprattutto non ha a disposizione le cure mediche essenziali.

 

Ma sicuramente bellissima gente con la propria dignità ancora intatta e volenterosa di lavorare sodo per risollevare le sorti del proprio Paese.

 

E che dire dei bambini, sono stupendi, mi fanno sempre tanta tenerezza e anche qui, come in Angola, mi sono fatto un po’ di piccoli amici principalmente in ospedale dove passo la maggior parte del tempo. Pensate che ogni giorno me li vedo arrivare nel mio minuscolo ufficio logistico e a quel punto non riesco più a fare nulla perché devo prestare attenzione a loro che cominciano a prendere qualsiasi oggetto trovino a portata di mano e se ho dei fogli di carta da dare loro e delle penne o colori per farli stare un po’ tranquilli a disegnare sono salvo….

 

Ormai anche i miei colleghi medici e infermieri non fanno altro che mandarli da me.

 

Spero di non avervi annoiato troppo con i miei racconti di vita quotidiana e mi auguro di riuscire a riscrivervi presto.

 

 

Un abbraccio a tutti e a presto.

 

Marcello

 

 

Condividi con un amico