Vi scrivo da…Gonaives

Dazi salva grazie a un intervento tempestivo
A 5 anni torna a giocare nella sua Gonaives, la quarta città per numero di abitanti di Haiti, dopo aver sfiorato la morte.

È la storia di Dazi, una bambina haitiana di 5 anni che ho incrociato sulla mia strada di infermiere mentre lavoravo per Medici Senza Frontiere.

È una tipica domenica in cui decido per un attimo di rilassarmi, ma appena giunto alla base mi fermano e mi comunicano che c’è un’ emergenza nell’ospedale Raboteau di Gonaives. Una volta arrivato, trovo uno scricciolo di 5 anni che giace su un letto: un televisore l’ha colpita in testa (la sua famiglia dorme sotto un tavolo su cui hanno salvato tutto ciò che hanno potuto), non risponde, è in coma, ma tutti sembrano lenti, troppo lenti. Io e Pierre, giovane medico belga, iniziamo la valutazione: il Glasgow Coma Scale è 8, la situazione è gravissima, forse non c’è la possibilità di salvarla … possiamo lasciarla morire? No, non posso e non voglio arrendermi!

Dopo neanche un’ora, il Glasgow Coma Scale passa a 5, non si può aspettare! E così urlo che è importante trasferirla, ha 5anni, potrebbe essere mia figlia e così insisto fino a decidere di chiamare l’elicottero. Ormai la piccola non risponde più e il mio cuore comincia a sanguinare quando scorgo negli occhi della mamma delle lacrime e la sento sussurrare un nome: “…Dazi”.
Non nutro grosse speranze e mi preparo per l’intubazione, che però, dato il poco spazio in elicottero, risulta impossibile. Ho usato un pezzo di un letto per tenere in asse la colonna della bambina e cercare di avere un appoggio per un’eventuale rianimazione. Si sa, in questi paesi ti devi arrangiare. Il volo trascorre bene anche se l’emorragia che sospetto credo abbia assunto delle notevoli dimensioni; la mamma incrocia il mio sguardo che non promette miracoli ma almeno dà una speranza.

Arrivati a Port au Prince, la capitale, un addetto all’emergenza mi aspetta e, più veloce della luce, parte alla volta dell’ospedale. L’ho lasciata così, i miei guanti ancora addosso, il viso della mamma, il mio sudore, le lacrime per un futuro incerto. Non ho più saputo niente di quel topolino che allietava la vita della famiglia, ma l’ultimo giorno, prima della partenza, ecco cosa mi viene riferito: “ Federico! Dazi è salva, le avete salvato la vita! Ha dei piccoli deficit ma è viva e potrà trascorrere la sua vita tranquillamente”. Le lacrime non tardano ad accarezzare il mio viso, devo partire, ma il mio cuore rimane a Gonaives, certo che tutti gli operatori di MSF continuino ogni giorno come me a fare dei piccoli miracoli. Ciao Dazi, continua a correre e ad allietare col tuo sorriso la terra ove il mio cuore si è fermato! Gonaives, un posto che grazie a MSF non dimenticherò mai.

Federico

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