Vite in bilico: la storia di Maung Myint e Ma Moe Moe

 

“I farmaci antiretrovirali mi permetterebbero di condurre una vita normale. Desidero essere di nuovo in salute per poter lavorare. Non so cosa succederà se non potrò curarmi, non so cosa farò”.

Maung Myint beve continuamente dalla sua bottiglia che contiene acqua e sali reidratanti. Si trova in una clinica molto affollata gestita da Medici Senza Frontiere in Myanmar.

“Costruivo pantofole infradito con una tecnica che ho ereditato dai miei genitori. Erano esperti nella fabbricazione di pantofole e scarpe da ginnastica. Poi ho iniziato a star male con febbre e diarrea. Per questo sono andato in un ospedale pubblico dove mi hanno fatto il test e ho scoperto di essere sieropositivo”.

Maung Myint ha anche la tubercolosi, una coinfezione dell’HIV che è spesso la principale causa si decesso tra i pazienti sieropositivi. La prevalenza della TBC nel paese è quasi tre volte superiore alla media globale e il Myanmar è tra i 27 paesi con i livelli più alti di pazienti affetti da TBC multiresistente.

Circa 120.000 persone affette da HIV/AIDS in Myanmar hanno bisogno di cure antiretrovirali. Nel 2010, secondo le stime nazionali, meno di 30.000 malati le hanno ricevute. MSF è il maggiore fornitore di antiretrovirali nel paese. Cura attualmente più di 23.000 persone e si stima che saranno 6.000 i nuovi pazienti nel 2012: cifre che portano al limite la capacità di cura di MSF.

“Quando ho scoperto di essere malato sono caduto in disperazione. Credevo non ci fosse cura per l’HIV e che sarei morto nel giro di un giorno”.

A causa dell’enorme numero di casi e le poche possibilità terapeutiche a disposizione, MSF è costretta a fare scelte impossibili tra chi può e non può curare. In alcuni casi il personale medico è costretto a mandar via pazienti che avrebbero bisogno di cure ma che non sono ancora abbastanza malate. Le cure sono riservate ai più malati.

“Per il momento MSF non può darmi le cure antiretrovirali perciò sto curando solo la TBC. Ma non è sufficiente. Prima di ammalarmi scoppiavo di salute. Ora non posso fare nulla. Ho dovuto chiedere l’aiuto di altre persone per proseguire il lavoro ma odio questa situazione”.

La TBC multiresistente è una seria minaccia in crescita. Si trasmette per via aerea come la TBC ma è più lunga e complessa da curare. Sono necessari due anni di cure, contro i 6 mesi della TBC non resistente e i pazienti devono prendere un cocktail di farmaci con gravi effetti collaterali.

Maung Myint, 38 anni

 

Ma Moe Moe ha dovuto affrontare un viaggio di due giorni solo per fare il test.

“Ho dovuto lasciare i miei figli a casa. Mi è costato 50.000 kyat (circa 55€) arrivare fin qui. L’ultimo anno è stato terribile. Ho dovuto prendere i farmaci per otto mesi di seguito, è stato molto doloroso perché avevo gravi effetti collaterali”.

Ma Moe Moe è stata fortunata: circa 9.300 persone ogni anno si ammalano di TBC multiresistente ma solo 300 ricevono le cure. Lei ha ormai superato la fase più dura del trattamento.

“Ora sono molto felice perché sono di nuovo con i miei figli e ho completato il ciclo di iniezioni”.

Nel novembre del 2011 il Fondo Globale per l’HIV, TBC e Malaria ha sospeso il suo prossimo ciclo di finanziamenti (Round 11) per poter sbloccare i fondi nel 2012. La perdita dei finanziamenti previsti per l’HIV e la TBC è un colpo tremendo per il Myanmar, il paese meno sviluppato nel sud est asiatico e tra gli ultimi destinatari dell’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS). I fondi attesi avrebbero dovuto finanziare le cure antiretrovirali per 46.500 persone in più e costituito un nuovo slancio per affrontare la crisi sanitaria e contribuire a portare a una copertura antiretrovirale vicina a 100.000 entro il 2018.

Senza i finanziamenti, decine di migliaia di vite in Myanmar sono in bilico. Le decisioni prese dai donatori possono fare la differenza tra la vita e la morte di queste persone.

Ma Moe Moe, 28 anni


*I nomi dei pazienti sono stati cambiati per rispettarne la privacy.
 

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