2020: un anno come nessun altro raccontato in immagini

Il 2020 è stato un anno come nessun altro. La pandemia di Covid-19 ha caratterizzato gran parte del nostro lavoro, ma non sono mancate altre missioni.

Abbiamo arginato focolai di morbillo in Repubblica Democratica del Congo, fornito cure mediche in seguito a disastri, come l’esplosione di Beirut, e soccorso vite nel Mar Mediterraneo, finché i fermi amministrativi non hanno bloccato la quasi totalità delle navi umanitarie, impedendo la nostra azione salva vita.

ITALIA, LOMBARDIA. Operatrice di MSF supporta il personale dell’ospedale Maggiore di Lodi nelle giornate difficili in cui è scoppiata la pandemia. L’esperienza degli operatori umanitari, maturata nelle aree di crisi del mondo, ha sostenuto lo sforzo del personale sanitario.

GRECIA. Rifugiati e richiedenti asilo lasciano il campo di Moria dopo che l’incendio ha distrutto quasi l’intero campo. A quattro mesi dall’incendio e nonostante le vane promesse dell’UE, più di 15.000 donne, uomini e bambini sono ancora intrappolati in condizioni disumane e insicure in campi sulle isole greche.

NIGERIA. Una giovane donna prepara la cena per la famiglia in una cucina a cielo aperto del campo sfollati di Abagana, nello stato di Benue. MSF lavora in Nigeria dal 1996 e oggi fornisce cure mediche salvavita con progetti regolari in 9 stati all’interno del paese, mentre équipe di emergenza rispondono allo scoppio di epidemie e altri bisogni umanitari urgenti.

LIBANO. Hamza ha quattro anni. Gli operatori del centro MSF in Karantina, Beirut, stanno curando le ferite che ha riportato a seguito dell’esplosione. MSF ha aperto un centro nei quartieri di Mar Mikhael e Karantina a Beirut, due delle aree più colpite dall’esplosione, per fornire supporto medico alle persone colpite dall’esplosione.

BRASILE. MSF e il personale sanitario locale tornano verso le barche che hanno usato per raggiungere una comunità che vive sulle rive del Lago Mirin, in Amazzonia. Hanno effettuato screening e vaccinazioni di routine casa per casa.

CAMERUN. Medici MSF assistono un paziente del St Mary Hospital di Bamenda, nella regione nord-occidentale. È stato aggredito per strada da uomini armati, che lo hanno torturato e gli hanno sparato cinque volte. Dal 2018, Medici Senza Frontiere fornisce assistenza medica e mentale alle popolazioni colpite dalle violenze in corso nelle regioni nord-occidentali e sud-occidentali del Camerun.

YEMEN. Gli operatori del centro di trattamento Covid-19 di Al-Sahul, nel governatorato di Ibb, portano una bombola di ossigeno al reparto di terapia intensiva. Un paziente con sintomi Covid-19 gravi ha bisogno di circa sei bombole al giorno e un’interruzione della fornitura di ossigeno può essere mortale.

LIBIA. Mohammed, originario del Mali, vive in Libia dal 2015. Vuole tornare a casa ma non ha abbastanza soldi. È andato via per sfuggire dal conflitto nel suo paese e per trovare lavoro e sostenere la sua famiglia. Raccoglie scarti e rifiuti metallici in una discarica. Dal 2011 team MSF in Libia forniscono supporto a migranti, rifugiati e richiedenti asilo in sei centri di detenzione.

AFGHANISTAN. Il 12 maggio, intorno alle 10 ora locale, un numero imprecisato di aggressori ha preso d’assalto il reparto maternità dell’ospedale Dasht-e-Barchi di Kabul supportato da MSF. Durante l’assalto, durato circa quattro ore, sono state uccise in modo sistematico 16 madri, un’ostetrica, due bambini di 7 e 8 anni e altre sei persone.

BELGIO. La mancanza di grembiuli riutilizzabili ha spinto MSF a istituire delle “zone di lavaggio” come parte della nostra risposta Covid-19 in tre ospedali ad Anversa. In Belgio MSF ha supportato cinque ospedali nelle province di Hainaut e Anversa, e a Bruxelles ha creato una struttura con 150 posti letto per migranti e senzatetto che necessitano assistenza.

REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO. Oscurata prima da Ebola e oggi dal Covid-19, l’epidemia di morbillo in RDC continua a uccidere ogni giorno. I vaccini contro il morbillo vengono trasportati in moto da Lisala a Boso Manzi, nella provincia di Mongala, una zona a nord del Paese difficile da raggiungere e colpita da un’epidemia di morbillo. MSF ha inviato squadre di emergenza per organizzare attività di cura e vaccinazione.

SPAGNA, PROVINCIA DI SORIA. Le équipe di MSF sono intervenute nelle strutture per anziani in Italia, Spagna e Stati Uniti per consulenze sulla gestione del controllo delle infezioni.In ogni struttura sono state identificate aree di isolamento e di quarantena per pazienti positivi o sospetti, individuando circuiti specifici per evitare contaminazioni.

ITALIA, MARCHE. Emiliano, un medico di MSF, offre il suo supporto in una casa di cura. Per settimane, il personale è stato impegnato giorno e notte per proteggere gli ospiti della struttura dal Coronavirus.

MESSICO. “La Bestia”, conosciuto come il Treno della Morte, è il nome di una rete di treni merce che trasportano carburante, cemento e altre merci lungo le ferrovie del Messico. È utilizzato anche come mezzo di trasporto da migranti e richiedenti asilo che cercano di raggiungere gli Stati Uniti. Dal 2012, MSF fornisce cure mediche e assistenza psicologica ai migranti lungo la rotta migratoria in Messico.

SIRIA. Edifici abbandonati e distrutti nel distretto di Ariha a Idlib. Quest’area sembra una città fantasma poiché i civili sono fuggiti verso il confine turco. MSF lavora in Siria dal 2009 con attività dirette e supporto a distanza. Per contrastarela diffusione del Covid-19, MSF ha modificato i sistemi di triage negli ospedali supportati e nei campi in cui lavora.

MAR MEDITERRANEO. Souleman, sua moglie Layla e il loro figlio di due anni, Cillian, sono stati soccorsi il 23 agosto da un gommone durante la prima navigazione della Sea-Watch 4. Sono stati trasferiti su una nave quarantena a Palermo il 2 settembre.

ETIOPIA/SUDAN. La foto ritrae il confine di Hamadayet, dove chi fugge dall’Etiopia entra in Sudan attraversando il fiume. Chi arriva porta tutto ciò che può con sé; alcuni hanno il bestiame, altri non hanno più nulla. MSF lavora in Etiopia dal 1984. Per oltre 30 anni le nostre équipe hanno risposto alle emergenze in tutto il paese, tra cui malnutrizione, malaria, diarrea, bisogni sanitari dei rifugiati e accesso alle cure mediche di base.

In questi dodici mesi i nostri fotografi hanno accompagnato la nostra azione per testimoniare le storie dei nostri pazienti e il lavoro di medici, infermieri, promotori della salute e logisti.

Questa raccolta di immagini racconta il nostro intervento in luoghi in cui sarebbe stato impensabile prima del virus, come ospedali e RSA in Italia, Spagna e Stati Uniti, e altri dove la nostra azione è stata ancor più indispensabile in un anno così difficile, come la Siria e lo Yemen.

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