In Repubblica Centrafricana non sono molte le mamme che si fanno seguire durante la gravidanza o che vanno a partorire in ospedale: i problemi logistici sono tanti e spesso è molto difficile raggiungere la struttura sanitaria più vicina.

Prisca ha affrontato un parto complicato ma per fortuna è riuscita a farsi aiutare e a far curare il bambino, nato con una brutta infezione. Dopo una settimana dalla nascita di suo figlio, era magra, affaticata e non in grado di allattare da sola. Ha ricevuto una prima trasfusione di sangue ma le sue condizioni non sono migliorate velocemente.

Abbiamo dovuto somministrare al piccolo latte artificiale ma la cosa mi preoccupava, non solo perché ha costi inaccessibili a quasi tutti i centrafricani ma anche perché, in un contesto come questo, le condizioni igieniche sono sfavorevoli all’allattamento artificiale. Da pediatra, inoltre, ho sempre cercato di favorire l’allattamento materno per gli evidenti benefici che ha su mamma e bambino.

Con l’equipe della neonatologia ci siamo impegnati il più possibile per permettere l’alimentazione al seno. Già dai primi giorni abbiamo somministrato il latte artificiale al piccolino, ma ho chiesto agli infermieri di utilizzare un bicchierino, in modo da non abituare il piccolo a succhiare il biberon. Quando la mamma è stata un po’ meglio, è stata lei a somministrare il latte con il bicchierino, ma solo dopo aver messo al seno il bambino per almeno dieci minuti. Dopo qualche giorno di allattamento misto, siamo passati al solo latte materno con poppate molto frequenti, ogni 2-3 ore, anche di notte.

Oggi, finalmente, possiamo dire che il piccolo assume sufficiente latte materno da poter crescere di peso. Il dolce sorriso di Prisca mentre allattava il figlio è stato davvero una meravigliosa ricompensa e una grande soddisfazione. Ora per loro è giunto il momento di tornare a casa.

Rosanna, pediatra MSF appena tornata dalla Repubblica Centrafricana