Yemen: mai visti prima tanti feriti come a Saada

Incontro con Elisa Perocchio

Molti civili continuano a vivere a Saada, nel nord dello Yemen, nonostante i quotidiani attacchi aerei nella zona. Questa è la testimonianza del nostro operatore Michael Seawright , che è stato recentemente coordinatore dei progetti MSF nella regione dilaniata dalla guerra:

Ho lavorato in zone di guerra negli ultimi 11-12 anni, in alcuni dei peggiori conflitti come nel caso della Siria, ma non ho mai visto una tale distruzione condotta in un così breve tempo come in Yemen. Ero basato a Saada, nel nord, in un’area controllata dagli Houthi colpita dagli attacchi quasi quotidiani da parte delle forze aeree della Coalizione. Questi attacchi aerei avvenivano spesso vicino alle nostre strutture e abbiamo chiaramente sentito i loro effetti.

Ferite gravi

Non avevo mai visto una situazione grave come a Saada per due ragioni: il gran numero di feriti che arrivavano all’ospedale e la gravità delle ferite riportate.
MSF stava gestendo il pronto soccorso, la sala operatoria e il reparto maternità in un ospedale che è cresciuto fino a diventare una struttura con 93 posti letto. Ricevevamo molti pazienti con gravi ferite, comprese amputazioni traumatiche- le persone arrivavano con piedi e mani amputati e con gravi traumi all’addome e alla testa. Molti dei feriti avevano viaggiato per quattro o cinque ore perché il nostro era l’unico ospedale con un’unità chirurgica di emergenza nella provincia, in realtà in tutto il nord dello Yemen. 

C’erano molti pazienti: avevamo a che fare con più di 2000 casi di emergenza al mese e più di 100 operazioni chirurgiche a settimana. Se a questo si aggiungono le condizioni di sicurezza che tenevano le persone sveglie, era piuttosto impegnativo, specialmente per il nostro staff medico, gran parte del quale era reperibile 24 ore al giorno a causa della carenza di personale in tutto il paese.
Nonostante l’instabilità del conflitto, la vita va avanti e, come sempre, le donne hanno bisogno di un posto sicuro dove partorire i loro figli. Sono nati oltre 100 bambini a settimana nel reparto maternità dell’ospedale supportato da MSF. Dava speranza sapere che nuove vite nascevano, mentre altre venivano perse.

Curare un bambino

Mi ricordo di un bambino di tre anni arrivato al pronto soccorso a Saada con gravi ustioni, accompagnato dallo zio e il padre. La famiglia viveva vicino al confine saudita, in una zona colpita da attacchi regolari e indiscriminati contro la comunità. Quando un’esplosione ha colpito la sua casa, il piccolo ha riportato ustioni piuttosto gravi su un lato del corpo ma si riprenderà senza cicatrici significative. Lui è stato uno dei molti pazienti ustionati che sono rimasti a lungo nel nostro ospedale. Quando la ferita necessitava di un ulteriore trattamento non disponibile in ospedale, MSF offriva tutto il supporto per il trasferimento e i costi delle cure. 

 

Negoziare con le autorità

Un’altra parte importante del mio ruolo era la negoziazione con le autorità militari e locali. Senza il loro permesso, indipendentemente da quello che volevamo fare, semplicemente non saremmo in grado di portare avanti le nostre attività mediche in sicurezza. Una cosa che ci aiuta è il fatto che i nostri risultati parlano da soli. Il gran numero di pazienti, combinato con il numero di strutture che stavamo supportando, hanno permesso un notevole livello di accesso alle comunità che necessitavano di cure mediche. Anche il fatto che MSF sia un’organizzazione indipendente e finanziata da privati ci permette un elevato livello di libertà operativa in Yemen.

Cure d’emergenza al confine

Anche se il nostro impatto a Saada era molto alto, eravamo comunque a quattro ore dal confine saudita dove avveniva un gran numero di ferimenti. Per rispondere ai bisogni medici delle comunità al confine, MSF ha fornito il carburante per il trasferimento in ambulanza dal confine all’ospedale in modo che il costo del carburante- estremamente elevato- non fosse un ostacolo alla cura del paziente. Questo ci ha aiutato, ma si trattava comunque di un viaggio di quattro ore su strade peggiori di qualsiasi strada su cui io abbia guidato in Nuova Zelanda. Per questo motivo, a inizio novembre 2015 abbiamo cominciato a supportare un centro di stabilizzazione dei pazienti critici – una specie di pronto soccorso –  proprio vicino al confine, che ha salvato la vita a molti di loro. Se si riesce a stabilizzare i pazienti prima di trasferirli hanno maggiori probabilità di sopravvivere. Purtroppo, dopo un’attività di quasi tre mesi, la struttura è stata colpita l’11 gennaio 2016 da un missile militare che ha causato il crollo di numerosi edifici. Cinque pazienti sono morti mentre otto sono stati feriti, inclusi tre membri dello staff MSF. Questo episodio è stato un altro promemoria che il rispetto delle strutture sanitarie in Yemen non esiste più e i civili continuano a sopportare il peso del conflitto.

Michael Seawright, coordinatore dei progetti MSF in Yemen

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