Hana

Hana

Pediatra MSF

Vivere sotto le bombe dello Yemen

Hana

Hana

Pediatra MSF
Vivere sotto le bombe dello Yemen

Sono nata e cresciuta in una famiglia conservatrice. In altre circostanze e condizioni, non avrei avuto la possibilità di diventare indipendente, di vivere da sola.

La guerra ci ha imposto queste condizioni. Ho lasciato i miei cari e la mia casa per venire a vivere a Houban, nel governatorato di Taiz. Eppure, non avrei mai immaginato di vivere lontano dalla mia famiglia. Ma ci siamo adattati e siamo diventati più forti. Sono contenta che oggi la mia famiglia mi veda come una donna forte in grado di gestire la propria vita da sola.

Oggi sono diversa da come ero tanti anni fa. La mia famiglia ora dipende da me e mi sento orgogliosa di questo.

Hana pediatra MSF Yemen

Ho studiato medicina e come medico è stato difficile non lavorare. Ne sentivo l’esigenza e la situazione finanziaria della mia famiglia mi ha spinto alla ricerca di un impiego. Nel frattempo, la salute di mia madre è peggiorata, fino a che non è morta, mentre mio padre e mio fratello hanno dovuto smettere di lavorare per due anni.

Avevamo bisogno di tutto: cibo, acqua ed elettricità per la nostra casa.

Ogni giorno uscire di casa significava affrontare una nuova sfida. C’era un posto di blocco molto pericoloso spesso nel mirino di sparatorie e bombardamenti. Alcuni giorni la strada è aperta mentre in altri è chiusa.

Ricordo il giorno in cui avevo il colloquio con MSF…l’appuntamento era alle 8 del mattino ma la strada era bloccata a causa di un bombardamento in corso.

Pensavo che avrei perso la mia occasione, era impossibile attraversare quel tratto di strada. Ma non mi sono persa d’animo e alla fine sono riuscita ad arrivare poco dopo le 14. Quel giorno mi sono detta che se avessi ottenuto il posto di lavoro, mi sarei trasferita nelle vicinanze, evitando i pericoli e le difficoltà del viaggio.

La guerra cambia tutto

La guerra mi ha sicuramente cambiata. Prima ero timorosa e dipendevo completamente dalla mia famiglia. Ora sento di essere aperta a nuove esperienze, sono diventata più forte, tanto che la notizia di un missile caduto nelle vicinanze non mi scuote più come una volta.

Abbiamo visto cose terribili e non credo che ci sarà qualcosa di peggio di quello che abbiamo già passato. Abbiamo curato pazienti con ferite di guerra, abbiamo combattuto malattie, abbiamo visto la povertà, ma nonostante tutto sento che ora siamo in una condizione migliore.

Ricordi scolpiti

C’è una storia che non dimenticherò mai. Prima di diventare pediatra, ero un medico del pronto soccorso. Un giorno abbiamo ricevuto una paziente affetta da pre-eclampsia e ipertensione con complicazioni acute.

Yemen: pediatria Taiz

Abbiamo chiesto il perché di queste complicazioni, come mai avessero aspettato tanto prima di venire da noi. Parlando con la madre della paziente, abbiamo scoperto che per arrivare nel nostro centro di salute, hanno dovuto affrontare un viaggio di tre ore lungo una strada di montagna e in pessime condizioni.

Per preservarla in qualche modo, la donna era stata trasportata dentro una bara. Grazie a Dio, le sue condizioni sono poi migliorate.

Il domani

Spero che la guerra finisca. È una speranza condivisa da tutti gli yemeniti. Stiamo vivendo giorni migliori, la situazione ora è più calma, ma c’è una domanda che non trova ancora la risposta.

Perché non possiamo vivere come gli altri, senza posti di blocco, senza guerra, senza dover viaggiare per cinque ore invece di dieci minuti per raggiungere un ospedale? Perché?

Il contesto

Il governatorato di Taiz, nello Yemen sud-occidentale, è stato più volte al centro di intensi combattimenti che hanno porttao alla creazione di innumerevoli posti di blocco. Prima del conflitto, i residenti di Houban, alla periferia di Taiz, potevano raggiungere un ospedale pubblico nel centro città in dieci minuti, mentre oggi il viaggio per raggiungere le cure può durare fino a sei ore.

Per molte persone di Taiz, i ricordi degli ultimi anni sono di una guerra interminabile senza una fine in vista.

In Yemen l’accesso a cure mediche adeguate è ancora un grande problema, per ragioni sicurezza ed economiche. Molte persone hanno speso tutti i risparmi e non sono nella condizione di sostenere eventuali costi di trasporto per ricevere cure o effettuare il lungo, stancante e pericoloso viaggio verso una struttura medica funzionante.

Il conflitto ha trasformato la vita degli yemeniti in una realtà diversa; la gente di Taiz ha perso i propri cari, le case e i beni di valore, è stata costretta a fuggire e molti sono stati obbligati a separarsi dalle famiglie in cerca di mezzi di sussistenza.

Lo staff locale di MSF ha vissuto il conflitto subendone le conseguenze. Ha sperimentato regolarmente l’insicurezza degli spostamenti tra casa e lavoro, la difficoltà di vivere lontano dai propri cari in città divise dalle linee del fronte.

Nonostante gli ostacoli quotidiani e l’impatto psicologico, continuano a supportare i loro pazienti fornendo cure mediche di qualità in un ambiente sicuro.

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