Continuano gli attacchi a strutture sanitarie per mano di stati e gruppi armati: da Gaza ad Haiti, dal Sudan all’Ucraina.
Dieci anni fa, il 3 ottobre 2015, il centro traumatologico del nostro team a Kunduz, in Afghanistan, è stato oggetto di intensi e prolungati attacchi aerei da parte degli Stati Uniti.
È stato l’attacco più mortale che abbia mai colpito una nostra struttura, causando la morte di 42 persone, tra cui 24 pazienti, 14 membri dello staff della nostra organizzazione e 4 assistenti sanitari.
Da allora, abbiamo documentato un significativo aumento di casi in cui non solo i gruppi armati ma anche gli Stati sono responsabili di attacchi di grande portata, come la distruzione degli ospedali e delle strutture sanitarie:
- in Palestina per mano di Israele,
- ad Haiti da parte delle bande armate e della polizia,
- l’esercito russo in Ucraina,
- le forze statali e non in Sudan.
Ciò che una volta era raro, sta diventando sempre più comune.
Una storia che si ripete
A 10 anni dall’attacco del centro traumatologico di Kunduz, ricordiamo le 42 persone che hanno perso la vita quel giorno, ma anche tutte le vittime rimaste uccise in attacchi contro le strutture sanitarie nel mondo.
Negli oltre 70 paesi in cui lavoriamo, il nostro team continua ad offrire assistenza sanitaria nei conflitti in modo imparziale e chiede che gli attacchi alle strutture sanitarie non divengano la nuova normalità.
Dal 2015 ad oggi, nei nostri progetti nel mondo:
- 201 esplosioni attribuibili a raid aerei, attacchi con droni, esplosivi e artiglieria hanno avuto ripercussioni gravi su personale, pazienti o strutture mediche della nostra équipe;
- 512 casi di aggressione o violenza fisica sono stati registrati contro pazienti, membri del nostro team e altri operatori sanitari supportati dall’organizzazione;
- 108 membri del nostro staff hanno perso la vita in incidenti di sicurezza, di cui 33 sono stati uccisi mentre lavoravano.
Un’ora di bombardamenti sul centro traumatologico di Kunduz
Nella notte del 3 ottobre 2015, per oltre un’ora, il centro traumatologico di Kunduz è stato oggetto di intensi e prolungati attacchi aerei da parte degli Stati Uniti.
L’edificio principale dell’ospedale, che ospitava l’unità di terapia intensiva, il pronto soccorso, il laboratorio, la radiologia, il reparto ambulatoriale, il reparto di salute mentale e fisioterapia, è stato colpito con precisione e ripetutamente. Sono rimaste uccise 42 persone in totale, tra cui 24 pazienti, 14 membri dello staff di MSF e 4 assistenti sanitari.
L’ospedale è stato colpito nonostante il nostro team avesse condiviso le coordinate GPS della struttura con il Dipartimento della difesa degli Stati Uniti, il ministero dell’interno e della difesa afghano e l’esercito statunitense a Kabul.
Ad oggi, quello di Kunduz è l’attacco più mortale mai perpetrato contro una delle nostre strutture.
L’ospedale di Kunduz era l’unico centro traumatologico specializzato nel nord dell’Afghanistan. I nostri team fornivano cure chirurgiche d’emergenza, trattamenti per feriti da esplosioni di bombe, schegge e ferite da arma da fuoco. Dopo il bombardamento, abbiamo dovuto sospendere le attività mediche nel nord-est del paese.
La nostra organizzazione, non convinta che le parti coinvolte potessero condurre un’indagine indipendente e imparziale su quanto accaduto, ha chiesto alla Commissione internazionale d’inchiesta in ambito umanitario di intraprendere un’indagine indipendente. Tuttavia, senza l’accordo dei governi statunitense e afghano, non è stato possibile procedere. Nel novembre 2015 abbiamo pubblicato una revisione interna sull’attacco a Kunduz.
Nella nuova sede oltre 10.000 visite e 3.000 interventi chirurgici
Nel 2017 la nostra équipe ha deciso di costruire un nuovo ospedale a Kunduz per continuare ad assistere la popolazione e nel 2021 il nostro centro traumatologico ha riaperto.
Oggi il centro dispone di un pronto soccorso, un’unità di terapia intensiva, reparti di degenza e ambulatoriali, sale operatorie e spazi per la fisioterapia. Ci sono 79 posti letto e i nostri team forniscono assistenza ai pazienti con lesioni da trauma causate da cadute, incidenti stradali, ordigni inesplosi e altro ancora.
Tra gennaio e giugno 2025, i nostri team hanno visitato 10.253 pazienti nel pronto soccorso della struttura e sono stati eseguiti 3.197 interventi chirurgici.