110.000 cartoline nelle mani di Ciampi: l’Italia svolga un ruolo più incisivo sulla questione della salute

Roma, 3 luglio 2002. Una delegazione di rappresentanti di alcune organizzazioni e associazioni, impegnate per migliorare la salute delle popolazioni più povere del pianeta, ha incontrato questa mattina al Quirinale il Presidente della Repubblica Ciampi: i rappresentanti di Medici Senza Frontiere, CUAMM, AIFO e Mani Tese hanno consegnato al Presidente il frutto di una raccolta di firme promossa, oltre un anno fa, dalle suddette organizzazioni insieme a Farmacisti Senza Frontiere, Fondazione Internazionale Lelio Basso, LILA, AiBi. In pochi mesi, la petizione aveva raccolto più di 110.000 firme attraverso cartoline indirizzate al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio. L'appello chiede che l'Italia faccia pressione presso l'Organizzazione Mondiale del Commercio, i G8, l'Unione Europea, affinché l'eccezione sanitaria venga inclusa negli accordi internazionali sui brevetti e che sia riconosciuto a tutti i popoli e ad ogni individuo il diritto alla salute. La consegna, prevista per il 3 ottobre 2001, era stata procrastinata a causa degli eventi dell'11 settembre scorso.

Il Presidente Ciampi nel ricevere le cartoline ha espresso il suo apprezzamento per l'iniziativa, riconoscendo alle organizzazioni non governative un ruolo prezioso nello svolgimento dei loro progetti sul campo e convenendo che il problema della salute è uno dei temi che devono rimanere nell'agenda politica internazionale. Ciampi ha ricordato con un unico dato estremamente eloquente la situazione che queste organizzazioni combattono ogni giorno: mentre l'aspettativa di vita continua a crescere nei paesi industrializzati, essa cala in maniera inesorabile nei paesi in via di sviluppo (PVS) – soprattutto in Africa.

La delegazione ha colto l'occasione per sottolineare lo scarso impegno della comunità internazionale sul fronte della salute globale. "Il G8, in particolare, è stato molto attivo nel dare ampia risonanza alla creazione di un Fondo per la Salute Globale, il cui contributo finanziario è però talmente esiguo da non avere nessuna possibilità di risolvere, anche solo in maniera mediocre, i problemi, ormai noti, dei PVS in termini di salute" sostiene il dott. Pierluigi Susani, presidente di Medici Senza Frontiere.

"Esiste un'assoluta urgenza di raggiungere il contributo dello 0,7% del PIL da devolvere a sostegno di politiche e progetti di sviluppo e cooperazione internazionale. Se un tale obiettivo fosse raggiunto (si raccoglierebbero 160 miliardi di dollari ogni anno), sarebbe possibile rafforzare i sistemi sanitari dei paesi più poveri e quindi garantire l'accesso della popolazione ai servizi medici essenziali (vaccinazioni, lotta contro tubercolosi e AIDS e malaria)" ricorda Gavino Maciocco del CUAMM.

"La Commissione su Macroeconomia e Salute dell'OMS indica in 27 miliardi di dollari l'anno il contributo che i paesi donatori dovrebbero fornire per raggiungere l'obiettivo di spesa sanitaria di 30 dollari pro capite all'anno per i PVS rispetto agli attuali 5-10 dollari; tutto ciò consentirebbe di salvare ogni anno 8 milioni di vite umane" continua il dott. Maciocco.

"Vorremmo che l'Italia desse un chiaro segnale in tale direzione aumentando in maniera significativa i propri contributi che sono oggi limitati allo 0,13 % del PIL ponendola agli ultimi posti tra i paesi industrializzati" commenta Angela Comelli, consigliere di Mani Tese.

Ciampi ha auspicato la continuazione dell'impegno delle organizzazioni in progetti di sostegno allo sviluppo e di soccorso durante le emergenze, e i rappresentanti presenti hanno confermato che, accanto a tale impegno, esse continueranno sul cammino, intrapreso oramai da anni, di promuovere azioni di sensibilizzazione e pressione sugli organismi internazionali istituzionalmente preposti ad occuparsi di sviluppo internazionale.

L'appuntamento più imminente è quello di Barcellona dove, dal 7 al 12 luglio, si terrà la XIV Conferenza Internazionale sull'AIDS. "Saremo presenti per svolgere una sostenuta pressione politica e cercare di indirizzare le discussioni verso soluzioni più concrete: perché mentre in Occidente molte malattie vengono debellate o controllate (tubercolosi e HIV/AIDS) nei paesi poveri sono ancora milioni le vittime di queste patologie e di tante altre, chiaro indicatore di un impegno, oltre che scarso, inefficace" conclude il dott. Susani.

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