Gaza, connessione internet interrotta: è un altro duro colpo per la risposta umanitaria

Gaza, connessione internet interrotta: è un altro duro colpo per la risposta umanitaria

Di seguito la dichiarazione di Jose Mas, Responsabile dei programmi di emergenza di MSF.

“Le nostre équipe a Gaza hanno assistito a un’altra giornata caotica, con massacri senza fine nei centri di distribuzione della Gaza Humanitarian Foundation (GHF), la connessione internet interrotta su larga scala dopo un attacco che ha colpito le linee di comunicazione e nuovi ordini di sfollamento ordinati dagli israeliani per quartieri che comprendono l’ospedale Nasser a Khan Younis, nel sud della Striscia.

L’11 giugno, la clinica per cure di base di Al Mawasi, supportata da MSF, ha accolto 32 feriti, di cui 3 morti all’arrivo. L’ospedale da campo del Comitato Internazionale della Croce Rossa ha accolto 160 feriti, di cui 5 morti all’arrivo e 3 con ferite gravi che sono stati dichiarati morti poco dopo.

Oggi sempre il loro ospedale da campo ha accolto 125 feriti, di cui 3 dichiarati morti all’arrivo. La maggior parte delle persone uccise e ferite sono palestinesi che cercavano assistenza urgente nei centri di distribuzione della GHF.

Il fragile ordine sociale di Gaza è sull’orlo del collasso a causa della consegna di forniture da parte di società private di logistica e sicurezza, nonché di attori armati locali, in spregio ai principi umanitari, mentre alle organizzazioni vengono imposte restrizioni nei movimenti e nei rifornimenti. A tutto ciò vanno anche aggiunti i costanti spostamenti della popolazione e 20 mesi di intensi bombardamenti quotidiani.

La parziale interruzione delle comunicazioni ha inferto un altro duro colpo alla risposta umanitaria e medica già decimata, mettendo a rischio la vita dei nostri pazienti e del nostro personale. Da oltre 12 ore non abbiamo quasi nessuna notizia dai nostri team a Gaza. La mancanza di internet e le limitate connessioni telefoniche rendono ancora più difficile per le équipe umanitarie e mediche coordinare i movimenti del personale e delle forniture, chiamare le ambulanze e garantire la sicurezza del personale in una delle zone di guerra più letali al mondo.

Inoltre, la possibilità che l’ospedale Nasser sia sottoposto a bombardamenti o danneggiato da attacchi nella zona o che diventi difficilmente accessibile, è straziante. L’ospedale Nasser ha reparti che non possono essere trasferiti senza mettere in grave pericolo la vita dei pazienti, poiché le attrezzature specialistiche non si trovano in nessun altro luogo nel sud di Gaza, comprese le incubatrici per i 17 neonati attualmente in terapia intensiva. L’ospedale sta già funzionando oltre la sua capacità, così come gli altri ospedali di Gaza”.