Giuseppe De Mola

Giuseppe De Mola

Advocacy Officer MSF

Guerra russo-ucraina: la fine è lontana

Giuseppe De Mola

Giuseppe De Mola

Advocacy Officer MSF
Guerra russo-ucraina: la fine è lontana

Il numero di vittime civili in crescita allarmante, gli ospedali sempre sotto attacco.

I negoziati per un cessate il fuoco tra le delegazioni dei due Paesi, tenutisi a Istanbul all’inizio di giugno, non hanno portato a risultati significativi, al di là dello scambio di prigionieri. Durante gli incontri, Kiev e Mosca hanno presentato dei “memorandum” con le loro richieste per porre fine alla guerra: tra quelle della Federazione russa, il riconoscimento giuridico internazionale dell’integrazione della Crimea, delle Repubbliche popolari di Luhansk e Donetsk e delle regioni di Zaporizhia e Kherson nella Federazione; la neutralità dell’Ucraina, ossia la sua rinuncia ad aderire a qualsiasi alleanza o coalizione militare; la cessazione delle forniture di armi e di qualsiasi aiuto militare straniero all’Ucraina, incluso nel settore delle comunicazioni satellitari e dell’intelligence; l’organizzazione di elezioni presidenziali in Ucraina alla cessazione delle ostilità.

La guerra registra un allarmante aumento delle vittime civili: sono più di 13mila da febbraio 2022 a maggio 2025, con un incremento del 10% nei primi cinque mesi del 2025 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La stragrande maggioranza delle vittime si è registrata nelle aree sotto il controllo del governo ucraino (10643), in particolare nelle aree urbane di Kharkiv, Kherson, Kyiv, Lviv, Mykolaiv, Odesa, Zaporizhzhia, Donetsk e Dnipro, a seguito delle operazioni militari russe con l’uso massiccio di armi esplosive ad ampio raggio e di droni da combattimento a corto raggio.

Tra dicembre 2024 e maggio 2025, le forze armate russe hanno colpito in almeno cinque occasioni strutture sanitarie funzionanti, portando a quasi 2500 il numero di attacchi a servizi sanitari dall’inizio dell’escalation militare del febbraio 2022. In tre incidenti, gli ospedali sono stati colpiti da droni kamikaze. Il 1° luglio è stato bombardato dalle forze russe un ospedale supportato da MSF nella città di Kherson: 8 persone, tra pazienti e personale sanitario, sono rimaste ferite.

Nello stesso periodo, in almeno tre attacchi le forze armate russe hanno impiegato missili con testate a frammentazione, uccidendo 52 civili e ferendone 270, e sono stati documentati diversi attacchi con munizioni a grappolo, da entrambi i lati del fronte.

Secondo alcune fonti, più di 950mila soldati russi sarebbero rimasti uccisi (250mila) o feriti (700mila) tra febbraio 2022 e maggio 2025. I soldati ucraini morti sarebbero tra 60mila e 100mila, numero che sale a 400mila includendo anche i feriti.

I prigionieri di guerra ucraini recentemente rilasciati hanno fornito resoconti drammatici sulle condizioni di detenzione e sui maltrattamenti e le torture subite, tra cui percosse, scosse elettriche, violenze sessuali, e altri trattamenti umilianti e degrandanti, spesso per mano di personale che nascondeva la propria identità indossando dei passamontagna. Tutto in ciò in palese violazione del Diritto Umanitario Internazionale, in particolare la Terza Convenzione di Ginevra del 1949.

Droni

L’uso militare dei droni a corto raggio nelle zone di frontiera dell’Ucraina si è intensificato nell’ultimo anno, diventando una delle principali cause di uccisioni e ferimenti tra la popolazione civile.

I droni utilizzati nella maggior parte degli attacchi, sia da parte delle forze armate russe che da quelle ucraine, sono noti come “First-Person-View” (FPV): sono dotati di telecamere che consentono di selezionare gli obiettivi in tempo reale e di attaccarli con eccezionale precisione.

La maggior parte dei droni trasporta proiettili di mortaio, mine antiuomo, granate, altri piccoli ordigni: colpiscono i loro obiettivi sganciando l’esplosivo dall’alto o lanciandosi sul bersaglio ed esplodendo all’impatto. Il raggio d’azione è limitato a trenta chilometri e sono difficili da individuare e contrastare perché la loro velocità può superare i 100 km orari.

Tra il 24 febbraio 2022 e il 30 aprile 2025, gli attacchi con droni a corto raggio hanno ucciso almeno 395 civili, ferendone 2635, l’89% dei casi nel territorio controllato dal governo ucraino. Sono stati colpiti civili che si trovavano in auto e in autobus (anche quando i veicoli non mostravano alcuna indicazione di essere utilizzati per scopi militari), ma anche mentre si trovavano all’aperto, a piedi o in bicicletta.

Nello stesso periodo, i droni hanno attaccato ambulanze in almeno 29 occasioni e il personale medico che assisteva i feriti subito dopo un attacco, una pratica – quella del “doppio attacco” – che sta diventando sempre più comune. Nemmeno operatori umanitari che distribuivano aiuti ed evacuavano i civili da aree pericolose sono stati risparmiati: in almeno 36 casi, questi attacchi hanno causato vittime civili.

“ll numero elevato di vittime civili dovute all’uso di droni a corto raggio solleva gravi preoccupazioni” – ha dichiarato Danielle Bell, capo della Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina. – “Le evidenze raccolte suggeriscono fortemente l’incapacità di distinguere tra obiettivi civili e militari e di prendere tutte le precauzioni possibili per verificare la natura militare di tali obiettivi, o, peggio, la decisione premeditata di non farlo”.

Giustizia Internazionale

Nell’agosto del 2024, il Parlamento ucraino ha ratificato lo Statuto di Roma, riconoscendo la giurisdizione della Corte penale internazionale.

Lo scorso maggio, è stato annunciato dalla Commissione europea, il Consiglio d’Europa e il primo ministro ucraino il progetto per l’istituzione di un tribunale speciale che giudicherà il reato di aggressione contro l’Ucraina da parte della Russia. Potrà, così, essere colmata una lacuna nel diritto internazionale che attualmente impedisce alla Corte penale internazionale di intervenire pienamente contro Mosca, in quanto la Russia non riconosce la sua giurisdizione non avendo sottoscritto, al pari di Stati Uniti e Cina, lo Statuto di Roma.

Bisogni umanitari e sanitari

Attualmente sono presenti in Ucraina 3.757.000 sfollati interni (59% donne). Più di 5 milioni e 600mila persone si sono rifugiate all’estero, il 90% delle quali in Europa.

Più di 14 milioni e mezzo di persone – circa il 40% della popolazione ucraina – hanno bisogno di assistenza umanitaria e quasi 5 milioni dovranno affrontare uno stato di insicurezza alimentare.

I bisogni sanitari principali della popolazione ucraina riguardano la salute mentale, la riabilitazione a seguito di amputazioni (almeno 100mila già nel 2024) e altre gravi ferite e il trattamento di patologie croniche, soprattutto nella popolazione più anziana, in un contesto in cui per motivi di sicurezza, per carenza di fondi e di personale, il sistema sanitario nazionale si trova sotto grande pressione.

Tagli ai fondi USAID ed europei

L’Ucraina è tra i principali beneficiari dell’assistenza estera statunitense dal 2022, con un sostegno complessivo (esclusa l’assistenza militare) che ha superato i 38 miliardi di dollari. Gran parte di tale assistenza è stata garantita attraverso USAID, che è presente in Ucraina dal 1992 e che ha incrementato il suo sostegno dopo l’invasione su larga scala della Russia nel febbraio 2022.

Alla fine del 2024, con fondi USAID per un totale di 4,28 miliardi di dollari, erano gestiti in Ucraina 39 programmi umanitari e di sviluppo, in cinque settori chiave: democrazia, diritti umani e governance; sviluppo economico; infrastrutture strategiche; assistenza sanitaria; assistenza umanitaria. Alla fine di marzo 2025, solo 1,27 miliardi di dollari (30%) di questi finanziamenti rimanevano attivi. L’impatto negativo ha riguardato soprattutto progetti sanitari, sulla governance locale e la società civile, sui media.

Secondo “NGO Platform” e “Alliance of Ukrainian Civil Society Organizations”, prima dell’annunciato taglio dei fondi USAID, più del 50% delle ONG ricevevano finanziamenti dagli Stati Uniti, con una percentuale media di circa il 26% dei loro bilanci. I finanziamenti sostenevano principalmente programmi sanitari, servizi per veterani, giovani e bambini.

L’“Ukraine Humanitarian Needs and Response Plan” per l’anno 2025 indica in 2,63 miliardi di dollari l’ammontare dei fondi necessari per assistere 6 milioni di persone con bisogni umanitari gravi nel Paese. Al 1° luglio sono stati raccolti 848 milioni di dollari, pari al 32%. Gli Stati Uniti hanno contribuito per 87 milioni di dollari: non è chiaro quale sarà il loro grado di coinvolgimento per l’ulteriore copertura del Piano, che nel frattempo, in aprile, è stato ridimensionato, passando alla cifra di 1,75 miliardi di dollari per l’assistenza di 4,8 milioni di persone.

Anche gli aiuti dall’Europa stanno diminuendo, passando da 6,2 miliardi di euro (7,3 miliardi di dollari) nel 2022, a 4,1 miliardi di euro nel 2023 e a circa 3 miliardi l’anno scorso. La Gran Bretagna prevede di ridurre il proprio contributo per gli aiuti allo 0,3% del PIL dallo 0,5% entro il 2027; la Germania, un altro dei maggiori donatori, taglierà quest’anno il suo budget complessivo per gli aiuti di quasi il 10%.

Questo articolo è parte della newsletter “Per Principio”, sui temi dell’azione umanitaria