Gaza City, MSF: “Stavolta è diverso. Le persone sentono che la lasceranno per sempre”

Nella Striscia, migliaia di persone si stanno spostando da Gaza City verso sud per fuggire dagli attacchi e dai bombardamenti da parte delle forze israeliane. Chi può si sposta con macchine e camioncini, mentre chi non può permetterselo percorre chilometri a piedi trasportando tutto ciò che riesce.

Di seguito la testimonianza completa di Esperanza Santos, coordinatrice delle emergenze di Medici Senza Frontiere (MSF) a Gaza:

“Spostandoci da Gaza City verso la zona centrale della Striscia, a Deir el-Balah, abbiamo percorso la strada che migliaia e migliaia di persone stanno affrontando perché costrette ad abbandonare Gaza City. Si stanno spostando non per loro scelta, ma perché l’esercito israeliano sta continuando a bombardare, ad avanzare quartiere dopo quartiere, e ad attaccare ogni singolo giorno, ogni singola notte e ogni singolo quartiere. Non c’è nessun posto sicuro per loro. 

Si trasferiscono senza possibilità di ritorno. Non c’è speranza di tornare a Gaza City. Questa volta le persone cercano di portare con sé quanto più possibile dei loro averi. Vedo camion pieni di mobili, pieni di oggetti. Ma si vedono anche persone che non hanno mezzi e così camminano con una piccola borsa, una tanica, una coperta, un materasso sulla testa, cercando di portare con sé solo lo stretto necessario.

La maggior parte di loro – tra cui famiglie, donne, bambini – percorre questi 12 chilometri a piedi, dirigendosi verso sud. Alcuni di loro arrivano fino ad Al-Mawasi o a Khan Yunis, senza sapere cosa troveranno. Sanno che non c’è spazio per tutti nell’area indicata loro dall’esercito israeliano. Sanno che non ci sono servizi e sanno con certezza che questo non sarà l’ultimo sfollamento.

In questi giorni a Gaza City, quando parlo con le persone,  i pazienti e i colleghi, sento questa sensazione di disperazione, che forse prima non c’era. La prima volta che Gaza City è stata evacuata, gli abitanti pensavano che sarebbe stato un trasferimento di qualche giorno, di qualche settimana, e che poi sarebbero tornati. Questa volta è diverso, perché in questi 2 anni hanno visto come procede la situazione. Non sta migliorando affatto, ogni giorno è sempre peggio. E molti di loro sono stati sfollati 10, 20, 30 volte in questi 2 anni, da un posto all’altro, da una città all’altra. La gente, ormai, è estremamente stanca di questa situazione.

L’unico motivo per cui molte di queste persone si sono messe nuovamente in viaggio è per i figli. Forse non vedono un futuro per sé stessi, ma vogliono almeno provare a dare un futuro migliore ai propri figli”.

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