La testimonianza da Haiti della dottoressa Sara Rigon, già presente sull’isola prima dell’arrivo dell’uragano. Lavora a Port-au-Prince nella clinica MSF “Pran Men’m” per le vittime di violenza sessuale.
“Haiti fa i conti con la devastazione lasciata dall’uragano Matthew. Il numero delle vittime ha superato la quota spaventosa di 1.000 ed è ancora solo una stima, molte aree colpite sono ancora accessibili solo per via aerea. Con il rischio di una epidemia di colera e, in qualche mese, anche di malnutrizione a causa della perdita del raccolto, a Port au Prince si continua a lavorare.
La clinica di MSF Pran men’m (“Prendi la mia mano”) a sostegno delle vittime della violenza di genere resta aperta in una metropoli e un paese dove la violenza è la norma. Secondo l’ultimo rapporto delle nazioni unite per la stabilizzazione di Haiti (minustah), infatti, tra il 1 settembre 2015 e il 1 marzo 2016 il numero di omicidi registrati è salito a 567, di cui più del 80% nella capitale, e 218 violenze sessuali, cifra parziale in quanto la stigmatizzazione e la vergogna impedisce a molte donne di denunciare o anche solo di cercare l’assistenza sanitaria necessaria.
Port au Prince resta l’area metropolitana più rischiosa dove si concentrano più dell’80% degli omicidi, la gran parte dei rapimenti e delle violenze di genere. Una conseguenza anche della presenza di gang criminali che gestiscono interi quartieri della città secondo le loro regole di violenza e sopraffazione. Grazie ad uno staff nazionale sensibile e preparato la Klinik Pran men’m offre servizi di assistenza medica, supporto psicologico e sociale 24 ore su 24 7 giorni su 7, alle vittime di violenza domestica e di genere.
Dalla sua apertura a fine 2015 la clinica ha servito più di 850 pazienti di cui più del 50% minori dai 2 ai 17 anni, insieme alle loro famiglie con la collaborazione di diverse istituzioni locali (servizi sociali, polizia e unità speciale per la protezione dei minori) e organizzazioni umanitarie locali e internazionali secondo un approccio multidimensionale, il più efficace in questo tipo così particolare di violenza.
Chi è stato abbastanza fortunato da sopravvivere al passaggio di Matthew ora dovrà affrontare un autunno senza casa e con scarse risorse. In queste condizioni di grande precarietà e fragilità si prevede un aumento di casi di microcriminalità e violenza. Per questo i nostri medici insieme agli psicologi stanno formando le squadre di sanitari in partenza per le zone colpite sulla l’assistenza alle vittime di violenza”.
Sara, medico MSF ad Haiti