Medici Senza Frontiere opera in Italia dal 1998 assistendo persone migranti, rifugiate, più vulnerabili e marginalizzate con l’obiettivo di fornire loro assistenza medica, umanitaria, psicologica e socio-sanitaria, colmando le lacune nel sistema sanitario.
Palermo
A Palermo, Sicilia, stiamo attualmente gestendo un progetto per l’assistenza e la riabilitazione delle persone migranti sopravvissute a torture e violenze intenzionali.
Il progetto
Alla base di ogni forma riconosciuta di tortura e di trattamento inumano e degradante c’è sempre un elemento comune: la volontà di infliggere deliberatamente dolore ad un altro essere umano. Questa intenzionalità del male, che si alimenta della disumanizzazione delle vittime da parte del carnefice, non si limita solo a nuocere fisicamente un individuo ma punta ad annichilirne l’identità stessa.
Le forme di tortura, che distruggono la volontà individuale attraverso la negazione del controllo del proprio corpo, ma anche della propria mente creando stati di paura e incertezza costanti, hanno l’obiettivo di privare l’individuo dell’autocoscienza e del riconoscimento di sé stesso come essere umano.
Un percorso di assistenza e di riabilitazione di chi ha subito tortura deve partire dalla necessità di curare non solo le ferite fisiche, ma anche i danni psicologici di identità andate in frantumi, partendo da un’individuazione tempestiva di coloro che hanno subito tortura e fornendo servizi specializzati.
Partendo da queste premesse e dall’esperienza maturata nell’assistenza a persone sopravvissute a tortura condotte, sia in Italia che in altri contesti, nel 2020 MSF ha avviato a Palermo un progetto dedicato alla presa in carico interdisciplinare di persone sopravvissute a tortura e ad altre forme estreme di violenza. Sin dall’inizio, l’intervento si è proposto di rafforzare una rete territoriale già da tempo attiva nel contesto palermitano, attraverso partenariati con attori quali l’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo, il Centro Astalli, il Dipartimento Pro.Mi.Se e la Clinica Legale dei Diritti Umani dell’Università di Palermo.
Nell’ottobre 2023, MSF ha formalizzato una collaborazione con l’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo, con l’obiettivo di integrare il progetto all’interno delle sue strutture. La partnership ha permesso di rafforzare l’approccio multidisciplinare a tutti i livelli di cura, dalla medicina generale, attraverso l’Ambulatorio di Medicina delle Migrazioni, alle aree specialistiche, con canali dedicati per l’invio dei pazienti.
Sono state rafforzate attività di outreach, che mediante incontri di promozione del servizio con le associazioni del terzo settore e delle varie comunità di persone migranti e rifugiate presenti nella provincia di Palermo, mirano a rafforzare la capacità di identificare persone sopravvissute a tortura e garantire loro un’adeguata presa in carico.
Un accordo parallelo con l’Università di Palermo ha facilitato l’attivazione di percorsi didattici, con il coinvolgimento di tirocinanti e specializzandi, nonché l’introduzione di tematiche legate alla tortura e alla presa in carico dei sopravvissuti all’interno dei curricula universitari e dei programmi di ricerca scientifica.
L’approccio integrato e multidisciplinare della presa in carico
Il programma gestito da MSF e Policlinico Universitario “Paolo Giaccone” a Palermo per la riabilitazione delle persone sopravvissute a tortura permette di garantire un servizio incentrato su un approccio interdisciplinare basato sulle evidenze scientifiche, che include elementi di etno-psichiatria per assicurare una presa in carico terapeutica sensibile alla cultura.
Caratteristiche sociodemografiche delle persone assistite
Un totale di 160 persone sopravvissute a forme di tortura è stato assistito dal team del servizio per persone sopravvissute a tortura a Palermo tra gennaio 2023 e febbraio 2025.
Le persone assistite provengono da 20 diversi Paesi, il 15,6% dal Bangladesh, il 13,7% dal Gambia, l’11% dalla Costa d’Avorio, il 9% dal Camerun e un altro 9% dalla Nigeria. Confrontando i dati sulla coorte di pazienti del progetto relativi al periodo tra gennaio 2021 e settembre 2023, si evidenzia che la prevalenza delle nazionalità bengalese e gambiana rimane costante, mentre è aumentata la presenza di pazienti provenienti da Costa d’Avorio e Nigeria.
Il 71% dei e delle pazienti ha un’età compresa tra 18 e 33 anni, con un’età mediana di 25 anni. La maggior parte delle persone prese in carico tra il 2023 e il 2025, sono uomini, che rappresentano il 75% del totale, mentre le donne costituiscono il 25% della coorte di pazienti, di cui oltre il 70% provenienti da Camerun, Costa d’Avorio, Nigeria e Somalia. Questa percentuale di donne è più alta rispetto alle stime dell’Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite, secondo cui nel 2023 le donne hanno rappresentato il 10% del totale delle persone migranti arrivate via mare in Italia e il 6% nel 2024.
Il 63% delle e dei pazienti assistiti è domiciliato nei centri di accoglienza, di cui il 38% nei centri di accoglienza straordinaria (CAS) e il 25% nei centri per titolari di protezione internazionale. Un dato che evidenzia la necessità, all’interno del sistema di accoglienza, di figure professionali specializzate in grado di identificare e assistere persone con specifiche vulnerabilità, come i sopravvissuti a tortura.
People on the Move – Progetto mobile di assistenza a persone migranti
Negli ultimi anni, i nostri team in Italia sono stati presenti ai confini settentrionali e meridionali, offrendo assistenza medica e psicologica nelle aree di arrivo e transito per le persone migranti, che si trovano ad affrontare condizioni di estrema precarietà.
Nel nord Italia, tra febbraio 2023 e gennaio 2024, un team a Ventimiglia, in Liguria, ha collaborato con diverse associazioni locali e volontari, offrendo assistenza sanitaria di base, assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva, promozione della salute, orientamento socio-sanitario e primo soccorso psicologico alle persone migranti, che, in attesa di attraversare il confine francese da cui spesso vengono respinte, vivono in insediamenti informali, con un accesso estremamente limitato all’assistenza sanitaria e ai servizi di base. Tra 2023 e 2024, il team ha inoltre supportato le associazioni della società civile a Oulx e Trieste per fornire assistenza sanitaria di base ai migranti.
Nel sud Italia, a partire da giugno 2022, un nostro team ha fornito supporto alle autorità locali durante gli sbarchi di migranti a Roccella Jonica, in Calabria, garantendo assistenza medica e psicologica alle persone soccorse in mare. A settembre 2024, le attività del team si sono gradualmente concluse, in seguito alla considerevole diminuzione degli arrivi via mare nella regione. Nel 2023, il team a Roccella ha supportato le autorità locali in 56 sbarchi, assistendo 5.486 persone arrivate via mare, principalmente dalla Turchia, ma anche dalla Libia e dal Libano.
A luglio 2024, un nostro team ha iniziato a fornire consultazioni mediche, segnalazioni per cure specialistiche e supporto psicologico alle persone migranti ad Agrigento, in Sicilia. Attualmente, la Sicilia ospita circa il 9% dei migranti e richiedenti asilo che arrivano in Italia via mare. All’arrivo a Lampedusa, le autorità italiane trasferiscono le persone migranti e richiedenti asilo nei centri di accoglienza in diverse regioni.
Molti di coloro che presentano vulnerabilità, tra cui condizioni mediche e situazioni che richiedono servizi di protezione, vengono trasferiti in strutture di accoglienza nella provincia di Agrigento, l’area più vicina. Tuttavia, il gran numero di arrivi spesso porta a trasferimenti frettolosi senza adeguati controlli medici o screening di vulnerabilità.
In questo contesto, l’intervento di MSF è fondamentale per garantire che le esigenze sanitarie e di protezione dei migranti vengano affrontate. Fornendo assistenza medica e sostenendo l’identificazione delle persone vulnerabili, contribuiamo a ridurre i rischi derivanti dai trasferimenti rapidi, assicurando che coloro che necessitano di cure mediche urgenti o protezione non vengano trascurati.
Mentre i naufragi al largo delle coste italiane continuano a verificarsi anno dopo anno, un team mobilie, composto da un/a team leader, un o una psicologa e mediatori e mediatrici interculturali, fornisce interventi di primo soccorso psicologico (PFA) ai sopravvissuti e alle famiglie delle vittime in diverse aree di sbarco in Sicilia e Calabria. Nel 2023, il nostro team ha effettuato otto interventi di primo soccorso psicologico.
Corridoi umanitari
Nel maggio 2021, Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI) e la Chiesa Valdese (Tavola Valdese) hanno firmato un accordo con il governo italiano e l’UNHCR, aprendo un corridoio umanitario per portare 500 persone dalla Libia all’Italia in un anno.
Un nostro team in Libia ha collaborato con altre organizzazioni per identificare persone con vulnerabilità mediche da includere nella lista di evacuazione.
All’arrivo in Italia, il team di MSF ha fornito alloggio a 25 persone evacuate dalla Libia; 12 di loro hanno anche ricevuto assistenza presso la clinica per sopravvissuti a torture a Palermo, in Sicilia.
Nel dicembre 2023, il governo italiano, l’UNHCR e alcune organizzazioni della società civile italiana hanno firmato un Memorandum d’Intesa per evacuare 1.500 persone dalla Libia verso l’Italia in tre anni.
MSF collabora con una delle organizzazioni nazionali promotrici (ARCI) per identificare persone con condizioni mediche e vulnerabilità attualmente in Libia, da evacuare in Italia. Il primo volo umanitario è arrivato in Italia il 5 marzo 2024, a cui ne sono seguiti altri. Nel 2024, il nostro team ha assistito oltre 75 pazienti garantendo supporto psicologico e facilitando visite mediche specialistiche.
Progetto HOPE (Health Orientation, Promotion and Education)
Il progetto HOPE (Health Orientation, Promotion and Education) è una rete di sportelli attivi dal 2021 in diverse località in Italia che ha come obiettivo di facilitare l’accesso alle cure e al sistema sanitario nazionale per le fasce più vulnerabili della popolazione straniera e italiana, grazie al coinvolgimento di oltre cento volontari. Oltre agli sportelli di Palermo, Torino e Udine, nel 2023 i e le volontarie MSF hanno ampliato il supporto alle persone migranti aprendo altri due sportelli a Milano e Bari. Nel gennaio 2026, è previsto l’apertura di un nuovo sportello anche a Trieste.
Tutti questi sportelli si svolgono in collaborazione con Organizzazione della Società Civile, in complementarità del loro servizi per un migliore supporto degli utenti.