A un anno dai protocolli USA sulla migrazione il bilancio per migliaia di persone è devastante

A un anno dai protocolli USA sulla migrazione il bilancio per migliaia di persone è devastante

Un anno dopo l’entrata in vigore dei protocolli statunitensi sulla migrazione, 62.000 richiedenti asilo sono stati rimandati in Messico, esposti a sequestri e violenze quotidiane

Gli Stati Uniti continuano a respingere i richiedenti asilo nel pericolo e nelle mani dei trafficanti che controllano le rotte migratorie in Messico. A Matamoros, a pochi passi dal confine americano, migliaia di richiedenti asilo vivono in campi improvvisati con un accesso limitato a un rifugio o a cure mediche di base. A Nuevo Laredo abbiamo pazienti che non escono più dai loro rifugi per paura di essere rapiti o uccisi”. Sergio Martin Capomissione di MSF in Messico

In vigore dal gennaio 2019, i protocolli statunitensi sulla migrazione hanno costretto più di 62.000 richiedenti asilo a tornare in Messico in attesa che la loro richiesta di asilo venga esaminata, esposti a rapimenti e violenze. Il nostro team lavora lungo la rotta migratoria in Messico e nelle località di confine di Nuevo Laredo, Matamoros, Mexicali e Reynosa, ed è testimone delle devastanti conseguenze umanitarie di queste politiche che hanno di fatto decretato la fine delle procedure di asilo lungo il confine meridionale degli Stati Uniti.

Nei primi nove mesi del 2019, circa l’80% dei migranti assistiti dalle nostre équipe a Nuevo Laredo ha riferito di aver subito almeno un episodio di violenza. Il 43,7% dei pazienti ha dichiarato di essere stato vittima di violenza nei sette giorni precedenti la visita.

Nel settembre 2019, il 43% dei nostri pazienti mandati a Nuevo Laredo dal protocollo erano stati rapiti di recente, il 12% ha riferito di essere stato vittima di un tentativo di sequestro non riuscito. Nell’ottobre 2019, la percentuale di pazienti bloccati a Nuevo Laredo e vittime di un rapimento è salita al 75%. Questi numeri riguardano solo i nostri programmi e non sono quindi rappresentativi della violenza complessiva subita dai migranti.

A Nuevo Laredo, i pazienti soffrono di ansia, depressione e stress post-traumatico, provocati dal pericolo di essere rimpatriati in Messico e dall’incertezza sul loro futuro.  Vivono in un limbo, sono traumatizzati e hanno bisogno di supporto psicologico dichiara ancora Sergio Martin.

I protocolli sulla migrazione sono solo una delle tante nuove restrizioni al diritto d’asilo, emanate dagli Stati Uniti in collaborazione con i governi della regione, che mettono intenzionalmente le persone in pericolo. Nel 2019, gli Stati Uniti hanno negoziato con i governi di Guatemala, Honduras ed El Salvador una serie di accordi sulla migrazione, che di fatto permettono di mandare i richiedenti asilo in quei paesi.

Oltre ad essere insicuri, questi paesi non hanno infrastrutture, meccanismi di protezione o finanziamenti adeguati per accogliere i richiedenti asilo. Ci sono inoltre poche informazioni sui termini esatti di questi accordi, su come saranno attuati e con quali tempi.

Molti dei nostri pazienti stanno fuggendo da alti livelli di violenza in Guatemala, Honduras ed El Salvador. È assurdo che gli Stati Uniti rimandino le persone negli stessi paesi da cui fuggono. Le persone che incontriamo lungo la rotta migratoria sono consapevoli dei rischi a cui vanno incontro, ma cercando disperatamente una via di fuga da violenza e povertà, non potranno che continuare a cercare rifugio negli Stati Uniti. Le politiche di contenimento colpiscono soprattutto i più vulnerabili. Gli Stati Uniti devono porre fine a queste politiche crudeli e disumane che costringono uomini, donne e bambini a rischiare le loro vite per chiedere asilo”. Marcelo Fernandez, Coordinatore dei programmi di MSF in America Centrale

Le nostre équipe forniscono cure mediche e assistenza psicologica ai migranti lungo la rotta migratoria in Messico dal 2012, a Tapachula, Tenosique, Coatzacoalcos, Nuevo Laredo, Mexicali, Reynosa e Matamoros. A Città del Messico gestiamo un centro di assistenza specializzato per migranti e richiedenti asilo vittime di violenze estreme.

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