Ad Haiti il sistema sanitario pubblico non si occupa dei pazienti

Port-au-Prince/Roma – Il sistema sanitario pubblico di Haiti sta attraversando una forte crisi: il Primo ministro, il Segretario generale delle Nazioni Unite, i rappresentanti di oltre 30 paesi donatori e le agenzie multilaterali, riuniti oggi a Washington DC con l’obiettivo di trovare strategie per lo sviluppo economico e sociale di Haiti, non possono trascurare questa situazione. Lo sostiene Medici Senza Frontiere (MSF), che chiede inoltre al Governo di Haiti e ai donatori internazionali di applicare al più presto misure concrete per migliorare l’accesso all’assistenza sanitaria per la popolazione haitiana.

“È oggi inaccettabile che le persone più povere di Haiti non possano disporre di servizi sanitari economicamente accessibili, tanto di medicina d’urgenza, come di ostetricia”, afferma Brian Phillip Moller, capo missione di MSF presso il centro traumatologico e di riabilitazione a Trinité. “In questo momento il Governo di Haiti e i donatori si concentrano sullo sviluppo economico del paese, ma non possono continuare ad ignorare il bisogno estremo degli haitiani più poveri di un sistema sanitario pubblico accessibile a tutti e di qualità”.

Nonostante la situazione sia più stabile negli ultimi due anni, i residenti più poveri di Port-au-Prince sono ancora estremamente dipendenti dai servizi di assistenza medica d’urgenza di MSF. Le strutture sanitarie pubbliche e private forniscono assistenza a pagamento e ciò rende inaccessibile le cure per la maggioranza della popolazione. Gli ospedali pubblici e le cliniche attraversano spesso problemi amministrativi, scioperi, carenza di personale, di farmaci e di forniture mediche.

“Le nostre strutture mediche sono spesso sovraffollate di pazienti e a volte siamo costretti ad indirizzarli ad altri ospedali pubblici, anche se devono scontrarsi con numerosi ostacoli prima di essere curati”, sostiene Massimiliano Cosci, capo missione di MSF a Martissant. “Molti pazienti ci raccontano che spesso nelle strutture mancano i medicinali, oppure che non c’è nessuno a riceverli o che sono stati mandati a casa per il sovraffollamento. In molti casi hanno dovuto interrompere le cure per mancanza di denaro per coprire i costi. I pazienti che necessitano di cure fondamentali rischiano quindi la vita. La situazione è davvero preoccupante.”

Spesso i pazienti decidono di restare a casa perché non hanno altra scelta. Ciò è stato evidente all’inizio di febbraio, quando l’ospedale per cure ostetriche d’urgenza di MSF è restato chiuso per due settimane, a causa del trasloco in un’altra struttura. “Dopo aver valutato la situazione durante la chiusura dell’ospedale, abbiamo scoperto che molte donne non avevano nessuno a cui rivolgersi per cure ostetriche”, aggiunge Hans Van Dille, capo missione di MSF nell’ospedale di ostetricia d’urgenza Jude Ann. “Al suo massimo, l’ospedale Jude Ann di MSF ha visto nascere 1600 bambini al mese e per circa la metà dei parti si è trattato di casi di pericolo di vita sia per la madre che per il bambino.”

MSF ha cominciato a fornire assistenza medica d’urgenza quando a Port-au-Prince la violenza ha limitato l’accesso alle cure mediche per la popolazione. Oggi, sebbene la situazione sia migliorata, i bisogni sanitari degli abitanti più poveri di Port-au-Prince non trovano una risposta.

MSF ad Haiti investe più di 13 milioni di euro (17,5 milioni di dollari) all’anno nei suoi progetti di assistenza medica d’urgenza. Attualmente l’ospedale ostetrico gestisce il 40 per cento di tutte le emergenze ostetriche per le donne vulnerabili di Port-au-Prince, mentre l’ospedale di MSF a Trinité ha curato circa 17.950 casi nel 2008 ed è l’unico ospedale di Haiti ad avere un “Centro ustionati” adeguato. Allo stesso modo nella bidonville di Martissant, dove non esistono altre strutture sanitarie pubbliche, l’ospedale di MSF si è occupato di 16.950 casi di medicina d’urgenza nel 2008.
 

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