Aids 20 milioni di morti dopo… Indifferenza politica e impasse medica.

Roma/Parigi, 30 novembre 2004 – A più di 20 anni dallo scoppio dell'epidemia di Aids e 20 milioni di morti dopo, meno del 5% dei malati ricevono un trattamento. Nei 49 Paesi individuati dall'OMS come i più colpiti dal virus, tra i 5 e i 6 milioni di persone sono in uno stadio della malattia che richiede urgentemente una terapia. Su questo totale appena 187mila pazienti (pari al 4%) riceve effettivamente i farmaci antiretrovirali (ARV), nonostante un anno fa sia stata lanciata dall'ONU l'iniziativa "3 per 5" che mirava a garantire l'accesso ai farmaci a tre milioni di persone entro il 2005.

E' indispensabile aumentare rapidamente la somminsirazione degli ARV a chi ne ha bisogno, ma gli ostacoli per l'accesso alle cure si accumulano. La risposta già troppo debole alla pandemia di Aids è strangolata da una serie di ostacoli:
– a partire dal 1° gennaio 2005 anche i Paesi in via di sviluppo che dispongono di industrie farmaceutiche dovranno applicare gli accordi dell'Organizzazione Mondiale del Commercio in materia di brevetti farmaceutici. Questo ridurrà considerevolmente l'accesso alle versioni generiche di qualità ed economiche degli ARV, soprattutto per le nuove molecole. L'accordo siglato dai membri del WTO il 30 agosto 2003 con l'obiettivo di aggirare questo problema risulta inapplicabile a causa della sua complessità.
– Le grandi multinazionali farmaceutiche e alcuni Stati stanno moltiplicando le offensive per restringere la possibilità di produrre versioni generiche degli antiretrovirali e per gettare discredito su quelle già esistenti
– gli Stati Uniti fanno pressione per ridurre il budget del Fondo Globale per la lotta ad Aids, malaria e tubercolosi a vantaggio degli accordi commerciali bilaterali che privilegiano l'uso di farmaci di marca. Anche il Governo italiano con la grave decisione di non versare la quota promessa per il Global Fund ha contribuito ad aggravare la situazione.

Oggi Medici Senza Frontiere somministra ARV a 23mila persone in 27 paesi. MSF ha dimostrato che nei Paesi più poveri è possibile somministrare gli ARV gratis semplificando i protocolli terapeutici e il follow-up dei pazienti: in questo modo si assicura a un'elevata percentuale di pazienti la sopravvivenza. Nonostante questo esempio positivo il numero di strutture sanitarie che somministrano ARV rimane molto scarso soprattutto nell'Africa sub-sahariana. Inoltre gli investimenti in ricerca e sviluppo sono tutti concentrati sui bisogni dei Paesi ricchi, nonostante la maggior parte dei malati viva nel Sud. Ne è un esempio al totale mancanza di investimenti nello sviluppo di terapie pediatriche indispensabili per i quasi 3 milioni di piccoli malati che vivono nei paesi più poveri, ma poco allettanti per le grandi industrie che vedono scarse opportunità di profitto nei paesi ricchi.
Infine è evidente che le resistenze ai farmaci di prima linea non tarderanno a manifestarsi. In mancanza di nuovi farmaci a prezzi abbordabili il sollievo e la speranza che MSF riesce a dare ai suoi pazienti rischia di vere una breve durata.

MSF chiede urgentemente un radicale cambiamento di prospettiva che deve coinvolgere tutti gli attori interessati: enti di ricerca, istituzioni sanitarie nazionali e internazionali, regole commerciali, distribuzione, sistemi sanitari. Serve una nuova e forte volontà politica la cui ambizione deve essere quella di trattare il maggior numero di pazienti possibili rifiutando di lasciare morire milioni di individui privati dell'accesso alle cure.

Medici Senza Frontiere, fondata a Parigi nel 1971, è un'organizzazione umanitaria indipendente di soccorso medico che fornisce assistenza umanitaria alle vittime di guerre, esodi, catastrofi, senza discriminazione alcuna. Nel 1999, MSF è stata insignita del Nobel per la Pace e ha investito il premio nel lancio della Campagna per l'Accesso ai Farmaci Essenziali. Msf gestisce progetti di lotta all'Hiv in 27 Paesi e somministra antiretrovirali a circa 23mila pazienti.

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