I team di Medici Senza Frontiere al nord di Gaza hanno stabilizzato ieri 28 pazienti, poi trasferiti all’ospedale Al-Shifa dopo che alcuni attacchi aerei hanno colpito Gaza City, a pochi metri dalla clinica di MSF.
Secondo il ministero della salute, almeno 33 persone sono state uccise e decine sono rimaste ferite, tra cui 2 membri dello staff di MSF.
Terzo afflusso di feriti di massa in poche ore
Il 6 maggio tra le 19 e le 23 locali, 50 pazienti sono stati portati al nostro ospedale da campo a Deir el Balah, di cui 27 sono stati ricoverati, 3 sono in terapia intensiva e 9 sono stati sottoposti a intervento chirurgico.
Inoltre, nella notte tra il 6 e il 7 maggio, 96 pazienti sono stati trasportati al pronto soccorso dell’ospedale Al Aqsa, da noi supportato, da Deir Al Balah, mentre altre 30 persone sono arrivate morte, secondo il ministero della salute, a seguito di attacchi aerei nella zona.
I palestinesi vengono uccisi e feriti in massa mentre le forze israeliane intensificano i loro attacchi in tutta la Striscia. La mancanza di responsabilità è scioccante. Stiamo esaurendo le parole mentre ogni giorno vengono spezzate altre vite”. Claire Manera Coordinatrice delle emergenze di MSF a Gaza
Dal 2 marzo, nessun aiuto entra nella Striscia di Gaza per decisione delle autorità israeliane.
Stiamo esaurendo le scorte di forniture essenziali e di carburante necessarie per la sua risposta medica, mentre il numero di pazienti gravemente feriti continua ad aumentare.
La testimonianza di Thienminh Dinh, responsabile medica dell’ospedale da campo di MSF a Deir el Balah
Abbiamo ricevuto notizia di diversi morti e feriti. Ci sono bambini, donne e anziani che sono ricoverati nel nostro ospedale da campo. Il livello di sofferenza è terribile. Le terapie intensive e le sale operatorie dei diversi ospedali di Gaza hanno lavorato tutta la notte.
Uno dei nostri pazienti ha solo 4 mesi e ha gravi ferite agli arti inferiori. Aveva meno di 3 mesi quando i suoi genitori sono stati uccisi in un altro attacco aereo e lui è solo al mondo. Un altro paziente è un anziano che era stato recentemente dimesso dal nostro reparto. Era stato ricoverato da noi per 3 mesi per ustioni di terzo grado riportate in un precedente attacco mentre era rifugiato in una scuola. Questa è la terza volta che viene ferito, ha perso tutti i suoi figli nel primo attacco.
Non c’è fine. I droni e gli attacchi continuano in questo momento. Gli operatori sanitari palestinesi sono stanchi ma nonostante abbiano perso tutto, familiari, abitazioni, continuano a lavorare senza sosta per assistere le vittime di guerra.
Non devono essere dimenticati, così come tutti i civili innocenti che sono le vere vittime di questo conflitto”. T. D.