Ciad: 60mila rifugiati già arrivati in Camerun.

N’Djamena/Roma, 6 febbraio 2008 – Tra sabato 2 e martedì 5 febbraio Medici Senza Frontiere (MSF) ha assistito 106 feriti civili in uno degli ospedali della città. Dall’inizio dei combattimenti cinquecento feriti civili sono stati ammessi negli altri due ospedali della città. Martedì un’equipe ha potuto finalmente valutare la situazione in queste due strutture (l’Hôpital Général e l’Hôpital de la Liberté) e ha constato che diverse centinaia di pazienti erano fuggiti per cercare di raggiungere il Camerun, la parte meridionale della capitale o in alcuni casi la Nigeria. Solo un centinaio di feriti rimangono attualmente ricoverati in questi due ospedali. Un’equipe di MSF sta operando all’’Hôpital Généraldove è stato anche fornito materiale medico e chirurgico. La Croce Rossa Internazionale lavora al momento all’Hôpital de la Liberté.
Da lunedì scorso nella capitale N’Djamena la situazione è calma.

Sfollati e rifugiati
Oltre 60mila persone hanno già trovato rifugio a Kousseri in Camerun, situata a 5km dalla frontiera con il Ciad. Nonostante si registri una diminuzione nell’afflusso di rifugiati altre persone continuano ad arrivare. Ottantadue pazienti sono stati ammessi all’ospedale di Kousseri. Un’equipe di MSF è già sul posto per occuparsi dei feriti e dei malati e sta organizzando una distribuzione di beni di prima necessità. Un aereo cargo è arrivato questa mattina a Garoua in Camerun con 15 tonnellate di materiale medico chirurgico e logistico.
Un’altra equipe sta valutando la situazione degli sfollati sull’asse stradale che congiunge N’Djamena con Bongor.

 

Situazione nell’est del Ciad
Nell’est del paese MSF continua a lavorare nei campi per portare cure di primo e secondo livello e sostegno nella potabilizzazione delle acque sia agli sfollati ciadiani che ai rifugiati sudanesi.
MSF è presente nelle località di Abéché, Adré, Farchana, Goz Beida, Dogdoré, Iriba e Am Timam. La situazione nei campi rimane calma.

 

MSF lavora in Ciad dal 1981. 80 operatori internazionali e 1000 operatori ciadiani sono impegnati a fornire assistenza ai rifugiati dal Darfur, alla popolazione residente e agli sfollati ciadiani nel Ciad orientale.

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