Congo (RDC): il conflitto nelle regioni orientali aumenta i bisogni umanitari

Medici Senza Frontiere ha aumentato i programmi di emergenza sanitaria nell’est della Repubblica Democratica del Congo (RDC) in risposta ai bisogni umanitari della regione. “Stiamo assistendo a movimenti massivi di popolazione attraverso le provincie del Nord e del Sud del Kivu, con intere famiglie che fuggono da numerosi conflitti”, afferma Andrew Mews, capo missione di MSF a Goma. “La proliferazione della violenza nella regione sta forzando un enorme numero di persone ad abbandonare le loro case in cerca di salvezza”.

La scorsa settimana, è cominciato un intervento di emergenza di MSF nel campo non ufficiale di Muganga I, a 20 kilometri ad ovest della capitale di provincia, Goma, dove circa 17.500 persone si sono stanziate spontaneamente e vivono in condizioni disumane. Attualmente, c’è un bagno ogni 1.000 persone, ben lontano da qualsiasi livello accettabile. MSF sta lavorando per migliorare le risorse idriche e sanitarie all’interno del campo e per fornire assistenza medica.

MSF presta inoltre assistenza a decine di migliaia di persone che si sono stabilite nel villaggio di Kanyarucgunya, a 10 kilometri a nord di Goma. L’équipe sta attualmente effettuando circa 3000 visite al giorno nel centro sanitario ed ha avviato un centro per il trattamento del colera, per affrontare un’eventuale epidemia. Nella regione sono anche in corso vaccinazioni contro il morbillo.

Nel distretto di Masisi, in Nord Kivu, i gruppi armati hanno aumentato i loro attacchi ai villaggi, mirando ai civili. Decine di migliaia di persone sono state forzate a fuggire verso altri villaggi dello stesso distretto. Le cliniche mobili di MSF stanno visitando queste aree per fornire assistenza d’urgenza ai rifugiati.

Nella limitrofa provincia del Sud Kivu, i programmi d’emergenza già avviati a Minova e Kalungu per fornire assistenza medica gratuita alle persone appena arrivate nella zona, saranno prolungati per almeno sei mesi, in considerazione della situazione attuale. Ad oggi, attraverso le cliniche mobili e i centri di supporto sanitario sono stati trattati circa 10.000 persone ed un nuovo centro di salute è stato aggiunto a Numbi.

Le persone che sono riuscite a raggiungere i campi ufficiali rappresentano una piccola parte degli sfollati. Moltissimi si nascondono nelle foreste dell’entroterra, tagliati fuori dall’assistenza medica e difficilmente raggiungibili. Altri vivono con famiglie ospitanti congolesi, spesso sconosciuti, che condividono il proprio cibo e il proprio alloggio con le persone in fuga.

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