Costa d Avorio: il pericolo corre lungo il confine invisibile.

 

 

Il 28 giugno, il team che lavora nella zona per Medici Senza Frontiere (MSF) ha potuto nuovamente constatare questa situazione quando ha accolto dodici feriti nell’ospedale di Bangolo. Undici pazienti avevano subito gravi ferite che richiedevano il trasferimento nel più attrezzato ospedale di Man, che si trova al di fuori della zona contesa. Solo due mesi prima erano state uccise cinque persone e ne erano rimaste ferite dieci nel corso di un analogo combattimento.

Le violenze sono iniziate di primo mattino con un attacco a un piccolo villaggio vicino Diéouzon, nel corso del quale sono morte nove persone. Vedendo arrivare i feriti al cancello dell’ospedale, centinaia di persone radunate nelle vicinanze hanno iniziato a scappare nel timore di subire violenze. La popolazione ha sperimentato continue violenze fisiche e anche lo sfollamento a breve termine. Avendo subito ripetuti assalti, queste persone sono vulnerabili alle malattie e al tempo stesso, a causa dell’insicurezza, hanno paura a mettersi in viaggio verso le strutture sanitarie.

Una ragazza descrive l’accaduto: “La mia famiglia era in casa. Erano le quattro del mattino quando abbiamo sentito gli spari. Uomini armati hanno forzato la porta. Siamo tutti scappati dalla finestra e abbiamo cercato di nasconderci nella foresta. Poi il mio bambino si è messo a piangere e allora gli uomini armati hanno iniziato a sparare nella nostra direzione. Il mio bambino è stato colpito da un proiettile ed è morto. Io sono rimasta ferita al viso e al petto. Siamo rimasti nella boscaglia fino a quando gli uomini armati se ne sono andati”.

La “zona di fiducia” è una striscia di terra lunga 1.200 chilometri e larga 15, una zona cuscinetto istituita dall’ONU per evitare combattimenti tra i gruppi ribelli a nord e l’esercito filogovernativo a sud. L’area, di fatto, divide in due il paese. La zona è sorvegliata da una forza di pace di circa 7mila soldati dell’ONU affiancati da 4mila soldati francesi.

Ma oltre al conflitto principale vi sono problemi legati alle etnie e alle dispute territoriali, che continuano a creare un’atmosfera di costante tensione e di imprevedibili violenze. L’area è una regione chiave per la coltivazione del cacao. Qui sono arrivati molti coltivatori da altre zone della Costa d’Avorio e dall’estero.

Le violenze non hanno risparmiato nessuno. Un’anziana ricorda cosa ha passato quel mercoledì del 28 giugno: “Ero a casa. Era buio, saranno state le quattro del pomeriggio. Ho sentito gli spari e ho deciso di nascondermi sotto il letto. La porta di casa è stata forzata e tredici uomini armati hanno fatto irruzione in casa mia. Mi hanno trovata nascosta sotto il letto e si sono messi a sparare. Sono rimasta ferita. Quando se ne sono andati e gli spari sono cessati ho deciso di uscire da sotto il letto. Sono uscita di casa e ho visto tre persone uccise e molti feriti”.

MSF ha iniziato a lavorare a Bangolo, nella “zona di fiducia”, nel gennaio del 2004, perché la gente che viveva in questa terra di nessuno non aveva accesso alle strutture sanitarie e all’assistenza medica. Già nei primi tre mesi del 2006 MSF ha curato oltre 310 vittime di traumi violenti, tra le quali 14 bambini al di sotto dei cinque anni. Dal 2003, quando è cessata la guerra in Costa d’Avorio, gli ospedali sono stati abbandonati dal personale sanitario e saccheggiati dai gruppi armati.

“Paradossalmente, la zona di fiducia è l’area della Costa d’Avorio con i più alti livelli di insicurezza per la popolazione”, dice Stephan Goetghebuer, Coordinatore operativo per l’Africa occidentale di MSF, con base a Bruxelles. “Dalla fine della guerra, le autorità civili sono praticamente assenti in quest’area. Nel vuoto che si è creato, forse le violenze non sono tutti i giorni massicce, ma i villaggi non sono sicuri e non vengono prese misure contro i numerosi  attacchi”.

Oltre a gestire l’ospedale di Bangolo, nel quale vengono effettuate 400 visite al giorno, MSF fornisce, con i suoi team mobili, servizi sanitari ai villaggi remoti della zona di fiducia.

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