Costa d’Avorio

Roma – L’organizzazione medico-umanitaria Medici Senza Frontiere si appella oggi alle forze belligeranti in Costa d’Avorio affinché vengano prese tutte le misure necessarie per permettere alle persone di raggiungere in sicurezza le strutture sanitarie e consentire alle équipe di MSF di spostarsi liberamente nella città di Abidjan e in altre zone del paese colpite dagli scontri.

Dal 31 marzo, un’équipe di MSF è intrappolata nell’ospedale Abobo Sud a causa delle condizioni estremamente pericolose, che hanno enormemente ridotto gli spostamenti nella città.

Insieme alle autorità sanitarie ivoriane, MSF sta soccorrendo circa 30-40 feriti al giorno coloro che vivono nei pressi dell’ospedale e riescono a raggiungerlo per conto proprio o con mezzi di fortuna con l’ausilio di vicini di casa.

“Riceviamo telefonate che ci chiedono di andare a prendere i feriti, ma è impossibile muoversi”, dichiara Salha Issoufou, capo missione di MSF ad Abidjan.

Abobo Sud è l’unico ospedale ancora funzionante nella parte nord di Abidjan. È stato istituito un sistema per trasportare i feriti, ma gli scontri a fuoco e i saccheggi hanno finora reso impossibile la sua implementazione. Le ambulanze non possono circolare in città.

La violenta situazione di paralisi sta inoltre impedendo a MSF di rifornire l’ospedale di Abobo Sud di farmaci e materiale medico. “Se ciò continuerà anche solo per pochi giorni, nell’ospedale finiranno gli anestetici, le compresse sterili e i guanti chirurgici”, continua Salha Issoufou.

Il 3 aprile, grazie agli sforzi della Croce Rossa ivoriana, un’équipe di MSF è riuscita a rifornire il centro ospedaliero universitario Treichville, nel sud di Abidjan, con materiali medici per la cura dei feriti. Ciononostante, i bisogni complessivi sono enormi e molti ospedali pubblici che hanno ricevuto donazioni da parte di MSF non possono più essere riforniti a causa delle violenze. Pazienti affetti da malattie croniche, specialmente quelli in dialisi, sono in grave pericolo.

La situazione nell’ovest del paese è altrettanto caotica, dove le tensioni tra le comunità hanno destato serie preoccupazioni.

MSF chiede alle autorità di fare tutto ciò in loro potere per assicurare che i civili non vengano colpiti dalle violenze. Tra il 28 marzo e il 3 aprile, le équipe di MSF nelle città dell’ovest di Bangolo e Duékoué hanno curato un gran numero di feriti (146 nell’ospedale di Bangolo e 285 nella struttura di Duékoué).

“Continuano ad arrivare nuove persone ferite, nonostante l’offensiva in questa zona sia finita, il che ci fa pensare che le violenze continuino”, racconta Renzo Fricke, coordinatore per l’emergenza di MSF.

Decine di migliaia di persone sono fuggite dagli scontri nell’ovest, spingendosi fino alla vicina Liberia.

Duékoué, i cui quartieri sono stati recentemente saccheggiati, ospita un campo sfollati di circa 20.000 persone. Mentre MSF sta fornendo assistenza sanitaria nel campo, i residenti necessitano di grandi quantità di acqua e cibo. Le équipe di MSF stanno inoltre assistendo le persone a Man, Danané e Guiglo, oltre che in Liberia.

 

MSF, organizzazione medico umanitaria imparziale, osserva una rigorosa neutralità nelle sue operazioni. Le sue attività in Costa d’Avorio si basano esclusivamente su donazioni private, che assicurano l’assoluta indipendenza dell’organizzazione.

Condividi con un amico