COVAX: necessari drastici cambiamenti in vista di future possibili pandemie

COVAX: necessari drastici cambiamenti in vista di future possibili pandemie

Il 23 e 24 giugno la conferenza dei donatori del GAVI, l’Alleanza globale per i vaccini, discuterà dei cambiamenti da apportare al sistema COVAX, uno strumento che avrebbe dovuto garantire un accesso equo al vaccino Covid-19 in tutto il mondo sotto il coordinamento e la gestione del GAVI.

Un anno fa, quando il meccanismo COVAX veniva istituito, esortavamo il GAVI a non ripetere gli errori commessi nel passato con l’istituzione di un fondo simile per sostenere l’acquisto e la distribuzione del vaccino anti-pneumococcico. Già allora purtroppo i costi elevati imposti dalle aziende farmaceutiche impedirono a numerosi paesi di poter sostenere sul lungo periodo in maniera autonoma questa spesa.

Attualmente il COVAX è lontano dal raggiungimento del suo obiettivo di fornire 2 miliardi di dosi entro la fine del 2021. Ad oggi con questo meccanismo sono state distribuite solo 88 milioni di dosi a fronte delle circa 337 milioni previste entro la fine di giugno.

Meno della metà dell’1% della popolazione totale dei paesi COVAX ha ricevuto almeno una prima dose di vaccino tramite questo strumento. Mentre la comunità scientifica globale discute sempre più di modelli per prepararsi a future pandemie, avvertiamo che le carenze del modello COVAX non dovrebbero essere ripetute.

Di seguito la dichiarazione di Kate Elder, esperta di strategie vaccinali della Campagna per l’Accesso ai Farmaci di MSF.

COVAX, lontano dall’obiettivo

Il COVAX è decisamente lontano dal raggiungimento dei suoi obiettivi e il crescente divario globale nell’accesso ai vaccini è una chiara prova delle principali carenze di questo modello. Molti dei paesi in cui lavoriamo non hanno nemmeno dosi sufficienti per vaccinare gli operatori sanitari e le persone più vulnerabili.” Kate Elder Esperta di strategie vaccinali MSF

“I forti appelli fatti all’inizio della pandemia sull’allontanarsi da un approccio orientato dal profitto sono stati ignorati: le società farmaceutiche che sviluppano vaccini hanno ricevuto miliardi di finanziamenti dai governi senza avere alcun vincolo, sentendosi così libere di imporre il proprio prezzo e di vendere al miglior offerente.

Il COVAX non è stato istituito per raggiungere l’obiettivo, ma per lavorare all’interno degli attuali parametri del mercato farmaceutico, dove prima ci si orienta rispetto ai potenziali guadagni per poi eventualmente negoziare sul prezzo. Il COVAX è stato progressivamente lasciato indietro mentre i governi più ricchi si sono assicurati le loro dosi attraverso accordi bilaterali con un’industria che ha agito come da copione: vendendo le dosi prima a quegli acquirenti che potevano permettersi di pagare di più.”

Se il COVAX inizialmente rappresentava l’acquirente più interessante poiché si poneva come rappresentativo della maggior parte dei paesi a livello internazionale, oggi il modello si affida in misura maggiore sulle dosi donate caritatevolmente dai paesi ricchi che provano così a colmare l’enorme divario presente.” Kate Elder Esperta di strategie vaccinali MSF

È necessario rompere lo status quo

“Il fatto che il board di GAVI stia ora rivedendo il modo in cui i paesi più ricchi (i così detti “autofinanziati”) possono continuare a partecipare è in parte la dimostrazione del fatto che il sistema non funziona. Permettere ai paesi più ricchi di scegliere in che misura aderire al COVAX e quanti vaccini ottenere ha causato ritardi e minato gli obiettivi del programma. Un modello più equo avrebbe incoraggiato una leadership regionale con metodi di acquisto decentralizzati. Nel futuro, dovremmo supportare queste iniziative regionali che spingono verso l’autosufficienza e l’autodeterminazione.”

Qualsiasi futura risposta a una pandemia deve rompere con lo status quo dell’attuale modello farmaceutico: è necessario che per ogni finanziamento pubblico vengano posti chiari e precisi condizionamenti, devono essere promosse licenze non esclusive e il trasferimento tecnologico deve essere pensato in modo da garantire una reale condivisione dell’innovazione medica. È fondamentale inoltre garantire trasparenza sui costi e i prezzi, tutti i contratti dovrebbero essere resi pubblici”. Kate Elder Esperta di strategie vaccinali MSF

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