Crisi nutrizionale in Sahel: la risposta all’’emergenza non basta

Roma, 16 agosto 2012 – Si protrae la crisi nutrizionale nella regione del Sahel e i dati non sono ottimisti. Il picco annuale è quest’anno aggravato in alcune zone dalla carenza di scorte alimentari, dal l’instabilità politica e dall’incidenza di altre malattie come la malaria. Secondo diverse fonti, quest’anno un milione di bambini affetti da malnutrizione severa avranno bisogno di cure: il numero più alto nella storia degli aiuti umanitari. Medici Senza Frontiere (MSF) sta aumentando la propria risposta all’emergenza ma avverte che la malnutrizione nel Sahel è un problema di salute pubblica che necessita di soluzioni a lungo termine.

 

Le crisi nutrizionali sono ricorrenti e cicliche in questa regione”, spiega Luis Encinas, responsabile dei progetti di MSF in Niger. “Quest’anno però, altri fattori hanno creato sacche di malnutrizione anche più gravi del solito. Tra questi fattori bisogna segnalare in particolare l’aumento del prezzo degli alimenti, l’instabilità nel nord del Mali e in Nigeria, un’epidemia di morbillo nell’est del Ciad e alcuni casi di colera nel nord del Niger”.

 

Per la prima volta quest’anno, i Paesi del Sahel più colpiti dalla malnutrizione hanno lanciato un’allerta preventiva e, alla fine del 2011, insieme alle organizzazioni umanitarie, hanno sviluppato un ambizioso piano di risposta che prevedesse il trattamento di un milione di bambini severamente malnutriti e la distribuzione di alimenti a base di latte, specificatamente studiati per far fronte alle necessità nutrizionali dei bambini e impedire che diventino malnutriti.

Implementare questo piano di risposta sarà una sfida ed esige sforzi considerevoli da parte dei governi, delle organizzazioni umanitarie e dei finanziatori. Tuttavia, MSF ricorda che la risposta all’emergenza non può essere l’unica soluzione.

 

La malnutrizione è un problema di salute pubblica in questa regione e deve essere affrontato come tale”, prosegue Encinas. “La prevenzione e la cura della malnutrizione permettono di salvare molte vite e per questo dovrebbero far parte del pacchetto sanitario di base per i bambini, come le vaccinazioni. Tutti i Paesi che sono riusciti a controllare la malnutrizione con successo, hanno previsto l’accesso gratuito alle cure e a una nutrizione adeguata per i bambini. E’ di vitale importanza abbandonare l’approccio di emergenza e iniziare la transizione verso soluzioni a lungo termine”.

 

Negli ultimi sei mesi, più di 72.000 bambini affetti da malnutrizione severa sono stati ammessi nei programmi nutrizionali di MSF in Sahel. Una cifra che, sebbene simile, supera quella dello stesso periodo dello scorso anno. “Il raccolto dell’anno scorso è terminato. Abbiamo sempre lo stesso problema. Ora dobbiamo acquistare il cibo al negozio. Due chili e mezzo di miglio ci costa 700 CFA (più di 1 euro)”, racconta Hadiza Adamou, una donna di 30 anni il cui figlio è in cura per la malnutrizione nell’ospedale di Madaoua, in Niger.

 

La crisi politica che vive il nord del Mali dall’inizio dell’anno aggrava ulteriormente la situazione. Negli ultimi mesi, cento mila persone sono fuggite verso altre località del Mali e verso Paesi confinanti come il Niger, la Mauritania e il Burkina Faso dove l’insicurezza alimentare minaccia sia i rifugiati sia la popolazione locale. La maggior parte dei rifugiati dipende interamente dagli aiuti umanitari per soddisfare le necessità più elementari, soprattutto per l’alimentazione.

 

Per di più, una stagione delle piogge particolarmente intensa nel sud del Niger e nell’est del Ciad, ha anticipato l’atteso picco stagionale di malaria. La malattia è una delle principali cause di morte tra i minori di cinque anni e, combinata con la malnutrizione, è letale per i bambini più piccoli. Nel solo Niger, MSF insieme ai partner locali, ha curato più di 200.000 casi nel 2011. MSF sta dispiegando risorse di emergenza per il trattamento di quanti più bambini possibile, prima che le piogge rendano le strade impraticabili.

 

Nonostante MSF continui ad ampliare ogni anno il proprio intervento nel Sahel durante le emergenze nutrizionali, lavora anche per lo sviluppo di strategie più semplici e accessibili per combattere la malnutrizione nei suoi programmi regolari. Tra queste, la delega di alcune attività a personale non sanitario, la promozione di prodotti nutrizionali fabbricati localmente e lo sviluppo di sistemi che semplifichino e rendano più economico l’accesso a prodotti alimentari infantili.
 

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Attualmente, MSF gestisce 21 programmi nutrizionali nella regione del Sahel, nove dei quali aperti quest’anno in risposta alle urgenti necessità in zone del Ciad, Mali, Senegal e Mauritania. Le équipe di MSF realizzano inoltre valutazioni regolari della situazione in tutta la regione.
Dei 72.000 bambini malnutriti curati da MSF in Sahel tra gennaio e giugno 2012, circa 50.000 sono stati curati in Niger. Le équipe lavorano anche nel nord del Mali, Niger, Burkina Faso e Mauritania fornendo assistenza agli sfollati a causa del conflitto in Mali.
 

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