“Cure nel cuore dei conflitti”, perché anche in guerra la vita continua

Quando scoppia un conflitto armato, è la popolazione civile a subirne le conseguenze più devastanti. Oltre alle vittime dei combattimenti, che non risparmiano scuole, mercati e nemmeno ospedali, intere comunità si trovano a vivere in città distrutte, spesso senza cibo né beni primari o sono costrette a fuggire per salvarsi la vita. I medici in prima linea curano le ferite, assistono pazienti con malattie comuni, aiutano le donne a partorire, e quando gli ospedali sono distrutti o sovraffollati, allestiscono sale operatorie, ambulanze, cliniche per cure di base, programmi nutrizionali e vaccinali. Perché anche in guerra la vita continua e gli operatori di Medici Senza Frontiere (MSF) fanno di tutto per garantirlo.

Per sostenere queste attività MSF lancia la campagna di raccolta fondi “Cure nel cuore dei conflitti”: dal 12 al 30 novembre si possono donare 2 euro con SMS da rete mobile, 5 o 10 euro con chiamata da rete fissa al numero 45598 oppure online sul sito www.msf.it/conflitti. Il ricavato andrà a sostegno di quattro ospedali di MSF in zone di conflitto: l’ospedale materno-infantile di Taiz in Yemen, dove la popolazione è schiacciata da uno dei conflitti più pesanti del momento; quello di Castor in Repubblica Centrafricana, che ha fatto nascere quasi 6.300 bambini nel 2017; il centro di salute nel campo rifugiati di Doro in Sud Sudan, che accoglie più di 50.000 sudanesi in fuga dalla guerra, e il nuovo ospedale chirurgico di Bar Elias in Libano, a 20 chilometri dalla Siria, che è appena stato inaugurato e ha bisogno di aiuto per funzionare a pieno regime. Bastano 2 euro per 15 garze con chiusura adesiva, 5 euro per 6 teli isotermici da sopravvivenza, 10 euro per un kit chirurgico per un’operazione di emergenza.

“Nel mondo di oggi sono le persone comuni a pagare il prezzo più alto di guerre che non combattono: famiglie, bambini, comunità intere a cui la guerra toglie tutto” dichiara la dott.ssa Claudia Lodesani, presidente di MSF, con lunga esperienza in contesti di guerra. “Negli occhi dei nostri pazienti ho visto terrore e disperazione, le loro sofferenze sono devastanti. Intervenire in modo rapido, efficace e indipendente, portando le cure dove ce n’è più bisogno, come in una guerra, è una sfida senza pari che MSF affronta ogni giorno grazie all’aiuto dei propri sostenitori”.

Nell’ospedale di Taiz in Yemen, nel pieno di una guerra che ha causato una delle peggiori crisi umanitarie attualmente in corso, con tre milioni di profughi interni, 22 milioni di persone che hanno urgente bisogno di assistenza e più di 1 milione di persone colpite dal colera, i medici di MSF visitano ogni mese circa 2.000 donne in gravidanza che altrimenti non avrebbero accesso alle cure. In Libano, nella città di Bar Elias vicino al confine siriano, MSF ha aperto a inizio ottobre un nuovo ospedale con 22 posti letto e 2 camere di isolamento specializzato in interventi di chirurgia ricostruttiva e rivolto principalmente ai rifugiati siriani e alle comunità vulnerabili in Libano, che a breve avrà in funzione anche due sale operatorie e riuscirà a ricoverare fino a 54 pazienti.

Tra le quattro maternità presenti a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, paese bloccato da anni in una spirale di violenze e rappresaglie ma praticamente assente dalle agende internazionali, quella di MSF all’ospedale di Castor è l’unica che offre assistenza gratuita alle madri e ai loro bambini. Infine in Sud Sudan, lo stato più giovane al mondo, in guerra praticamente da quando è nato con oltre 2 milioni di rifugiati e altri 2 di sfollati che dipendono dagli aiuti per sopravvivere, il centro di salute MSF nel campo di Doro risponde ai bisogni sanitari di 50.000 sudanesi fuggiti dalla guerra in Sudan, fornendo cure neonatali, ma anche prevenzione dell’HIV e altre malattie sessualmente trasmissibili, oltre che supporto per le vittime di violenza sessuale e di genere, che nel paese è una drammatica realtà quotidiana.

“Un giorno in Sud Sudan ho visto un bambino gravemente malnutrito che stava spirando fra le braccia della mamma. Sono corso a chiamare un collega, ma era troppo tardi. Ho visto centinaia di bambini morire, ma quella volta non la scorderò mai: vedere la vita che se ne va così, in una manciata di minuti, è una sensazione impossibile da dimenticare. Ecco, questa è la guerra in Sud Sudan” è la testimonianza di Angelo Rusconi, logista di MSF, nel libro “Lettere dal cuore dei conflitti” che raccoglie tanti altri racconti di operatori MSF in prima linea.

La campagna “Cure nel cuore dei conflitti” chiude le celebrazioni dei 25 anni dalla fondazione di MSF in Italia. MSF fornisce soccorso in 72 paesi, in base ai principi dell’etica medica e dell’imparzialità, ed opera solo grazie al sostegno di donatori individuali, aziende e fondazioni, che garantisce l’indipendenza anche economica della nostra azione. Il 100% dei fondi raccolti da MSF in Italia proviene da donazioni private.

UN SMS O UNA CHIAMATA DA RETE FISSA AL 45598 PER SALVARE LA VITA A MIGLIAIA DI PERSONE VITTIME DEI CONFLITTI IN CORSO. “SE LO MANDI SUBITO, ARRIVIAMO IN TEMPO”

Dal 12 al 30 novembre si dona al numero 45598 per sostenere l’azione di MSF nei conflitti, in particolare Yemen, Libano, Sud Sudan e Repubblica Centrafricana. Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari Wind Tre, TIM, Vodafone, PosteMobile, Iliad, CoopVoce e Tiscali, sarà di 5 euro per ciascuna chiamata da rete fissa TWT, Convergenze e PosteMobile, di 5 o 10 euro per ciascuna chiamata da rete fissa TIM, Wind Tre, Fastweb, Vodafone e Tiscali. I fondi raccolti tramite la numerazione solidale saranno destinati all’azione di MSF in questi paesi.

L’iniziativa ha ricevuto il sostegno di tante emittenti nazionali e locali e si ringrazia Francesco Acquaroli per aver prestato la sua voce allo spot TV e radio.

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