Etiopia: nuova ondata di rifugiati in fuga dalle violenze in corso in Sud Sudan

Intensi combattimenti in corso tra le parti in guerra in Sud Sudan hanno costretto centinaia di migliaia di civili a fuggire, creando nuove ondate di sfollati in un conflitto con già 2 milioni di persone sfollate. MSF e altre organizzazioni umanitarie internazionali sono state costrette a sospendere le operazioni di soccorso in alcune aree colpite dal conflitto in Sud Sudan, lasciando i civili senza aiuti salvavita.

In cerca di rifugio e assistenza, oltre 6.000 persone si sono dirette verso la regione di Gambella in Etiopia occidentale, aggiungendosi al crescente numero di rifugiati sud sudanesi già presenti nella zona da quando sono scoppiati gli scontri a fine 2013. Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), ci sono oggi più di 200.000 rifugiati sud sudanesi in Etiopia. Ne arrivano altri ogni giorno.

Sylvain Perron, capo missione di MSF in Etiopia, ci racconta più da vicino la necessità umanitaria che gli operatori di MSF stanno vedendo a Gambella:

Qual è la situazione al confine tra Sud Sudan e Etiopia?

È stato riportato che più di 100.000 sud sudanesi si sono recentemente spostati per l’aumento della violenza nel corso delle ultime settimane. Anche il numero di sud sudanesi che cercano rifugio in Etiopia è in aumento.

Secondo l'UNHCR, più di 6.000 persone hanno attraversato l’Etiopia, in particolare passando per Pagak, uno dei principali punti di ingresso, a partire dall'inizio del mese, molto più di quanto era avvenuto nei mesi precedenti. Molti stanno fuggendo dalle violenze in corso in Sud Sudan. Questa cifra comprende anche le persone non registrate o che vivono nei campi o le persone lungo i confini che vorrebbero poter andare nel nuovo campo rifugiati aperto dalle autorità etiopiche e dall'UNHCR per avere una migliore protezione e servizi.

Le nostre équipe sul campo vedono molti nuovi rifugiati vivere in situazioni precarie. La maggior parte di loro sono affetti da malaria, diarrea e malattie della pelle contratte durante il loro lungo, difficile viaggio dal Sud Sudan.

Esiste una strategia umanitaria condivisa per quanto riguarda i rifugiati del Sud Sudan?

Nel 2014 i flussi ripetuti di rifugiati hanno messo sotto pressione la capacità di azione di tutti gli attori presenti nella regione di Gambella. E la stagione delle piogge ha reso ancora più difficile fornire assistenza. Oggi siamo lontani dal ritmo degli arrivi dell'anno scorso e tutti gli attori hanno ripreso immediatamente le loro attività a Pagak.
L'UNHCR in collaborazione con la Ethiopian Administration for Refugees and Returnees Affairs (ARRA) ha condotto un’operazione di trasferimento dei rifugiati, per assicurare loro una migliore protezione e migliori servizi umanitari.

Dall'inizio di maggio più di 40.000 rifugiati sono stati trasferiti dai campi di Leitchuor e Nip-Nip vicino al confine con il Sud Sudan, soggetto ad alluvioni, in un campo di nuova costruzione, a Jewi, che dista solo 18 km dal capoluogo della regione di Gambella, Gambella città.

Questa è una cosa positiva sia per i rifugiati che per gli operatori umanitari. Il nuovo posto è molto meno esposto alle inondazioni, e renderà più facile far fronte alle esigenze umanitarie. Ma le ONG e altri partner internazionali faticano a operare ai ritmi serrati di questo trasferimento. Una media di 3.500 persone è stata spostata ogni giorno e ad oggi non ci sono abbastanza latrine, per esempio, o abbastanza acqua, e l'UNHCR non può montare tende per le famiglie con sufficiente rapidità.

Che cosa sta facendo MSF?

MSF ha implementato le sue attività e sta fornendo visite mediche sei giorni alla settimana nel punto di ingresso di Pagak, con trasferimenti di emergenza al centro sanitario di MSF a Itang.Le équipe hanno ridotto le attività a Leitchuor e hanno progressivamente ampliato quelle sanitarie a Jewi in conformità con il trasferimento in corso. MSF gestisce il centro sanitario principale a Jewi, fornendo visite mediche, servizi di emergenza e assistenza ospedaliera.

L’équipe ha effettuato più di 1.500 consultazioni dall'inizio delle attività a Jewi a metà maggio. Nei prossimi giorni, MSF aumenterà la capacità di ospedalizzazione con 75 posti letto tra cui un servizio di maternità e attività di sensibilizzazione.
Stiamo seguendo la situazione da vicino e siamo pronti a fare di più se necessario.

Le nostre attività in Etiopia

In Etiopia, MSF fornisce assistenza sanitaria per i rifugiati sud sudanesi nei campi di Tierkidi, Kule, Jewi e nel centro di salute di Itang. Le équipe di MSF gestiscono regolarmente anche le cliniche mobili nei punti di ingresso e nei campi di transito dove aspetta il rifugiato prima di essere trasferito nei campi sopra menzionati. 

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