Gaza allo stremo sotto la pioggia d estate .

 

 

 

Laura Brav, nostro capo missione, racconta ciò che ha visto a Gaza. La testimonianza è stata raccolta il 12 luglio scorso.

 

“Sabato scorso sono riuscita a rientrare nella striscia di Gaza con il nostro responsabile sul terreno, un medico e un logista. Abbiamo analizzato la situazione per stabilire gli interventi necessari. L’operazione ‘Pioggia d’estate’ va avanti, con movimenti di carri israeliani e numerosi colpi di mortaio sulla parte settentrionale della striscia di Gaza. Il rumore delle esplosioni è assillante e terribile, soprattutto per i bambini. Gli omicidi mirati sono sempre più frequenti; causano numerosi feriti civili tra i passanti che si trovano nel posto sbagliato al momento sbagliato. Nel contempo, prosegue giorno dopo giorno il lancio di “Qassams”, (razzi artigianali palestinesi) da Gaza verso Israele.


Il bilancio delle vittime.

Oltre alle perdite umane (dal 25 giugno sono morti 53 palestinesi, di cui 9 bambini e una donna, e ne sono stati feriti 229, di cui 79 bambini e 15 donne), ‘Pioggia d’estate’ provoca gravi danni alle cose. L’unica centrale elettrica di Gaza, che alimentava il centinaio di pompe d’acqua che rifornivano la zona, è stata distrutta dai bombardamenti; alcune abitazioni sono state occupate e danneggiate; parecchi campi sono stati devastati. Non è ancora stato possibile ripristinare la normale fornitura di elettricità, in quanto le linee riparate vengono nuovamente distrutte, per cui alcuni quartieri restano isolati dalla rete durante il giorno e persiste l’incertezza per l’approvvigionamento d’acqua. Ieri, lunedì, MSF ha fornito acqua a 40 famiglie (circa 400 persone) fuggite da Shoka, un quartiere assalito dai carri israeliani vicino alla città di Rafah.

Problemi di approvvigionamento, ma gli ospedali funzionano.

Il blocco pesa sulla fornitura di farmaci, cibo e carburante, necessario per il funzionamento dei generatori di corrente. Grazie alle pressioni internazionali e delle Nazioni Unite, oggi sono maggiori le possibilità di passaggio, comunque rigorosamente controllato dall’esercito israeliano, sempre presente intorno al punto di transito delle merci di Karni, chiuso da più di una settimana. Rimane il problema della presa in carico dei malati cronici, come malati di cancro e diabetici, in quanto non è più possibile trasferirli verso i paesi vicini affinché siano curati con apparecchiature e trattamenti specifici, inesistenti a Gaza.

Siamo entrati in contatto con gli ospedali della regione. Per il momento, grazie a generatori di corrente, è possibile continuare l’attività ospedaliera. I feriti vengono presi in carico in modo corretto, le sale operatorie sono funzionanti, i chirurghi presenti. Anche se non retribuito, il personale sanitario continua a lavorare. Abbiamo inviato più volte donazioni di farmaci e apparecchiature mediche, ma gli ospedali hanno difficoltà a funzionare in questo modo, sempre in attesa della successiva donazione e senza sapere quando questa arriverà e in cosa consisterà.


Una situazione sanitaria degradata da seguire da vicino.

In un simile contesto, stress e nervosismo nella popolazione aumentano sempre più. Di conseguenza i pazienti seguiti in passato da nostri psicologi, in particolare quelli che vivono nei quartieri più colpiti dall’operazione ‘Pioggia d’estate’, hanno chiesto di riprendere il prima possibile la terapia, per allontanare l’angoscia di questi ultimi giorni. Da martedì i nostri psicologi sono tornati nella striscia di Gaza, per cui le terapie potranno riprendere.
Da quando gli Stati Uniti, l’Unione Europea, il Canada e il Giappone hanno sospeso gli aiuti finanziari al governo palestinese, la situazione sanitaria si è deteriorata. Se dovesse peggiorare ulteriormente, diverrebbe catastrofica; per questo seguiamo da vicino gli sviluppi. Una seconda équipe MSF, oggi presente su Amman, in Giordania, si tiene pronta a venire in nostro aiuto in caso d’emergenza.

Condividi con un amico