Morti e feriti in seguito ad un attacco israeliano al rifugio di Al-Mawasi a Gaza

Morti e feriti in seguito ad un attacco israeliano al rifugio di Al-Mawasi a Gaza

Condanniamo con la massima fermezza l’attacco israeliano al rifugio di Al-Mawasi, Gaza che ha provocato morti e feriti.

Colpito rifugio MSF

Al momento dell’attacco, 64 persone erano nel rifugio. Tutte le parti in guerra sono regolarmente informate della posizione e della presenza della nostra équipe in luoghi specifici. Anche in questo caso le forze israeliane erano al corrente della posizione precisa del nostro rifugio ad Al-Mawasi.

Inoltre, la nostra bandiera MSF – di due metri per tre – era appesa all’esterno dell’edificio. Le forze israeliane non avevano emesso alcun ordine di evacuazione prima dell’attacco. Abbiamo contattato le autorità israeliane e stiamo cercando di ottenere ulteriori spiegazioni.

L’attacco di ieri sera ha ucciso la moglie e la nuora di uno dei nostri colleghi e ha ferito sei persone, cinque delle quali erano donne e bambini. Sono stati sparati proiettili anche contro l’edificio, colpendo il cancello d’ingresso, l’esterno dell’edificio e l’interno del piano terra.

L’arrivo delle ambulanze è stato ritardato per più di due ore a causa dei bombardamenti nell’area. Le ambulanze sono poi riuscite a raggiungere il rifugio e a portare i feriti all’ospedale International Medical Corps a Rafah, alcuni dei quali hanno riportato ustioni.

Siamo indignati e profondamente rattristati da queste uccisioni. Nello stesso giorno in cui gli Stati Uniti hanno scelto di porre il veto a un cessate il fuoco immediato, due bambine hanno visto le loro madri uccise da un colpo di carro armato israeliano. Queste uccisioni confermano la triste realtà che nessun luogo è sicuro a Gaza, che le promesse di garantire aree sicure sono parole vuote e i meccanismi di risoluzione del conflitto sono inaffidabili. L’uso della forza in aree urbane densamente popolate è sconcertante e prendere di mira un edificio sapendo che è pieno di operatori umanitari e delle loro famiglie è inconcepibile”. Meinie Nicolai direttrice generale di MSF

Gaza non è più sicura per nessuno

Alcuni dei nostri colleghi e dei loro familiari, che vivevano nel rifugio, prima dell’attacco ad Al-Mawasi erano già sopravvissuti all’attacco dell’8 gennaio, contro un altro nostro rifugio a Rafah. Anche lì venne uccisa la figlia di cinque anni di un membro dello staff.

Questo dimostra, ancora una volta, che le forze israeliane non garantiscono la sicurezza dei civili nelle loro operazioni militari. Inoltre, mostra come ci sia un totale disprezzo per la vita umana e mancanza di rispetto per la missione medica.

Tutto ciò rende quasi impossibile sostenere le attività medico-umanitarie a Gaza.

Stiamo sostenendo i colleghi e i loro familiari sopravvissuti all’attacco di ieri, così come i cari di coloro che sono stati uccisi.

Dall’inizio della guerra sono stati uccisi cinque membri del nostro staff, oltre a numerosi familiari. Non smetteremo di ribadire l’appello per un cessate il fuoco immediato e duraturo a Gaza.

La violenza contro i civili deve finire ora.

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