Aiuti a Gaza: un problema politico

Aiuti a Gaza: un problema politico

Il piano degli Stati Uniti per portare aiuti a Gaza con la costruzione di un porto temporaneo distrae dal vero problema: la campagna militare indiscriminata e l’assedio punitivo portato avanti da Israele.

Il direttore generale Stefano Di Carlo si è esposto sul piano per la costruzione di un molo temporaneo a Gaza, da cui distribuire aiuti umanitari.

Il vero problema è politico non logistico

Il piano degli Stati Uniti per portare aiuti a Gaza con la costruzione di un porto temporaneo distrae dal vero problema: la campagna militare indiscriminata e sproporzionata e l’assedio punitivo portato avanti da Israele.

Il cibo, l’acqua e le forniture mediche di cui la popolazione di Gaza ha un disperato bisogno si trovano appena oltre il confine.

Israele deve facilitare e non bloccare il flusso degli aiuti. Non si tratta di un problema logistico, ma politico.

Gli Stati Uniti, l’Italia nel suo ruolo di presidente di turno del G7 e gli altri sostenitori del piano, dovrebbero insistere sull’accesso umanitario immediato utilizzando i punti di ingresso già esistenti. Stefano Di Carlo direttore generale di Medici Senza Frontiere

Ribadiamo il nostro appello per un cessate il fuoco immediato e duraturo.

Bisogna fermare l’uccisione di altre migliaia di civili e consentire la consegna di aiuti umanitari disperatamente necessari.

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