Striscia di Gaza, ospedale di Al-Aqsa: 100 morti e 400 feriti

Striscia di Gaza, ospedale di Al-Aqsa: 100 morti e 400 feriti

Due ospedali supportati da Medici Senza Frontiere, quello di Al-Aqsa nell’Area di Mezzo e il Nasser nel sud della Striscia, riescono a malapena a far fronte all’afflusso dei nuovi pazienti a causa della ripresa delle ostilità.

Qui le nostre équipe supportano gli operatori sanitari locali nel trattamento dei feriti da esplosioni e vittime di ustioni.

Sentiamo i bombardamenti intorno a noi, giorno e notte. Nelle ultime 48 ore, oltre 100 morti e oltre 400 feriti sono arrivati al pronto soccorso dell’ospedale di Al-Aqsa. Alcuni pazienti sono stati portati subito in sala operatoria. Vediamo pazienti con infezioni e necrosi perché non ricevono medicazioni da giorni, a volte settimane”. Katrien Claeys Responsabile del progetto di MSF nel centro di Gaza

Quando gli ospedali sono sovraccarichi di feriti, i pazienti con le funzioni vitali non compromesse per forza di cose non rappresentano una priorità.

Le nostre équipe hanno allestito un’unità temporanea per la medicazione di ferite all’interno dell’ospedale di Al-Aqsa, per permettere la gestione di pazienti con ferite croniche o causate da incidenti domestici.

L’ospedale Nasser, a Khan Younis, dove le nostre équipe forniscono assistenza chirurgica ai pazienti con traumi e ustioni, è ormai al limite della capacità a causa del continuo afflusso di nuovi pazienti.

L’ospedale riceve diversi pazienti gravemente feriti quasi ogni ora. Nella situazione in cui versa l’ospedale, dove non c’è più spazio disponibile, la situazione è davvero terribile. Tutti sono sinceramente preoccupati per quello che succederà”. Chris Hook Coordinatore medico di MSF a Khan Younis

L’esercito israeliano ordina ai civili di spostarsi di nuovo a Sud

Mentre l’offensiva aerea e di terra di Israele si sposta verso sud, alle persone di alcune zone dell’Area di Mezzo e di Khan Younis è stato ordinato di spostarsi più a sud, verso Rafah, lungo il confine egiziano.

Abbiamo dovuto sospendere il supporto medico alle cliniche dei Martiri e Beni Suhaila, poiché si trovano nelle aree sottoposte a ordine di evacuazione.

Ogni giorno, le autorità israeliane ordinano l’evacuazione di un nuova zona, chiedendo alle persone di trasferirsi in un’altra città, sempre più a sud. Anche durante la tregua, alle persone non era permesso tornare alle proprie case nel nord. Restano accessibili solo tre o quattro quartieri e sono tutti sovraffollati”. Membro dello staff di MSF sfollato a Khan Younis

La maggior parte degli 1,8 milioni di sfollati interni nella Striscia hanno cercato rifugio nel sud di Gaza, dove attualmente vivono in condizioni spaventose. Molti civili sono stati costretti spostarsi più volte a partire dal 7 ottobre. Non hanno nessun posto dove andare perché nessun posto è sicuro.

La situazione nel sud di Gaza

L’accesso ai servizi essenziali, compresa l’assistenza sanitaria, è diventato estremamente difficile per la popolazione del sud di Gaza. Le strette restrizioni di movimento imposte dalle forze israeliane e i pesanti bombardamenti in corso impediscono alle persone di cercare aiuto medico in tempo, ostacolando anche la nostra capacità di risposta.

All’ospedale di Nasser, il numero di persone sfollate è aumentato notevolmente rispetto a sabato scorso, con nuovi rifugi allestiti in ogni angolo del parcheggio. Molte persone dormono sul pavimento accanto alla struttura medica.

In una campagna militare che dura da settimane, con solo una breve tregua, la velocità e la portata dei bombardamenti continuano a raggiungere gli abissi della brutalità. Quasi due milioni di persone sono rimaste senza opzioni. L’unica soluzione è un cessate il fuoco immediato e duraturo e la fornitura illimitata di aiuti a tutta la Striscia di Gaza”. Chris Hook Coordinatore medico di MSF a Khan Younis

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