Giornata Mondiale contro HIV/AIDS: le case farmaceutiche si dimenticano dei bambini

Giornata Mondiale contro HIV/AIDS: le case farmaceutiche si dimenticano dei bambini

In vista della riunione che si svolgerà il 6 e 7 dicembre presso la Città del Vaticano sull’ampliamento della diagnosi e della cura dell’HIV nei bambini, critichiamo le aziende farmaceutiche per i ritardi e la mancata elaborazione di formulazioni appropriate per i bambini.

I Paesi in via di sviluppo hanno difficoltà a fornire ai bambini sieropositivi i trattamenti raccomandati dall’OMS, proprio perché le versioni pediatriche di questi farmaci non sono disponibili laddove ce ne sarebbe bisogno.

Le aziende farmaceutiche semplicemente non considerano una priorità i bambini con l’HIV, costringendoci a utilizzare trattamenti obsoleti e subottimali, il che rende più difficile per i nostri piccoli pazienti seguire il trattamento e rispettarne l’adesione. Peggio ancora, la crescente resistenza ai farmaci antiretrovirali esistenti nei Paesi dell’Africa sub-sahariana fa sì che i trattamenti più vecchi potrebbero non funzionare nei neonati e nei bambini che invece hanno urgente bisogno di migliori opzioni di trattamento. Per quanto tempo i bambini sieropositivi dovranno continuare a soffrire o morire a causa di questa indifferenza?” Ruggero Giuliani Medico infettivologo e vicepresidente di MSF

L’HIV pediatrico rimane una malattia trascurata. Essendo il mercato dei farmaci pediatrici limitato, questi non sono mai stati una priorità per le multinazionali farmaceutiche o per i produttori di generici. I ritardi hanno interessato sia lo sviluppo e l’introduzione di nuove formulazioni di farmaci pediatrici, sia il potenziamento delle formulazioni esistenti.

Ad esempio, il farmaco antiretrovirale dolutegravir – raccomandato dall’OMS come trattamento di prima linea preferito per neonati e bambini, e approvato per la prima volta negli adulti nel 2013 – non è ancora disponibile in formulazione pediatrica poiché la società farmaceutica ViiV Healthcare deve ancora concludere gli studi necessari e registrare una formulazione in compresse disperdibili per i bambini più piccoli. Esiste già una formulazione in granuli pediatrici di un altro farmaco chiave, il raltegravir, ma la società farmaceutica Merck è stata lenta a registrarlo nei Paesi in via di sviluppo.

L’alternativa al dolutegravir raccomandata dall’OMS è la combinazione di lopinavir/ritonavir, ma anche in questo caso la formulazione pediatrica non è stata esente da problemi. I produttori di generici Mylan e Cipla sono stati molto lenti nel potenziare l’offerta delle formulazioni pediatriche (pastiglie e granuli), e hanno anche fissato i loro prezzi tre volte più alti rispetto allo sciroppo di lopinavir/ritonavir, che ha un sapore cattivo, e che i loro prodotti dovrebbero andare a sostituire.

Durante l’incontro tenutosi sempre al Vaticano lo scorso anno, i rappresentanti di organizzazioni sanitarie globali e i dirigenti di aziende farmaceutiche si sono impegnati a migliorare l’accesso alle cure per bambini e adolescenti sieropositivi, ma da allora sono stati fatti pochissimi progressi.

I bambini hanno bisogno di avere accesso ai farmaci migliori e più affidabili possibili, dato che hanno bisogno di portare avanti. Le multinazionali farmaceutiche dovrebbero intraprendere un’azione concertata per salvare più giovani vite e porre un freno a questa politica di progressive dilazioni”. Jessica Burry Farmacista esperta di HIV della Campagna per l’Accesso ai Farmaci

L’OMS raccomanda a tutti i bambini con diagnosi di HIV di iniziare immediatamente la terapia antiretrovirale. Ma senza formulazioni pediatriche ottimali, i Paesi continueranno ad avere enormi difficoltà ad attuare questa raccomandazione.
La copertura terapeutica tra i bambini affetti da HIV è inaccettabilmente bassa, con solo il 52% dei bambini sieropositivi sotto trattamento nel 2017. Inoltre, la metà di questi bambini continua a ricevere regimi subottimali, con un rischio aumentato di importanti effetti collaterali, resistenza e fallimento del trattamento.

Nell’Africa sub-sahariana, dove vive il 90% di tutti i bambini sieropositivi, vi sono alti tassi di resistenza ai farmaci antiretrovirali esistenti, tra cui nevirapina ed efavirenz. Il tasso di mortalità tra i bambini sieropositivi rimane elevato, specialmente durante i primi quattro anni di vita. Nel 2017, le malattie legate all’AIDS hanno ucciso 110.000 bambini in tutto il mondo.

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