Giungla di Calais: minori non accompagnati subiscono decisioni sommarie
Circa 1.100 minori hanno passato la notte nei container del Centro di Accoglienza Temporaneo mentre il fuoco divampava nel resto del campo. Altri bambini, esposti ad abusi ed estorsioni, dormono ancora nel campo. Ieri regnava la confusione. Nell’immenso capannone dove adulti e bambini vanno a registrarsi, i minori vengono individuati unicamente in base al loro aspetto fisico. 
 
“Sono rimasto scioccato nel vedere adolescenti, dopo una rapida occhiata ai loro volti, mandati indietro nella fila degli adulti. Nessun colloquio né traduttori e nessuna possibilità di contestare la decisione. Tutto questo è in totale contraddizione con le rassicurazioni che ci erano state date prima dell’inizio dello sgombero,”  ha detto Franck Esnee, capo missione di MSF. “Tra i circa 40 giovani che affermavano di essere minorenni, un terzo non è stato riconosciuto come adolescente. Quanti minori sono stati mandati via o portati con gli adulti nei Centri di Accoglienza e Orientamento (CAO) nei giorni precedenti?” 
 
Alcuni minori assistiti da MSF dicono di essere stati respinti perché non avevano alcun documento che provasse la loro età. Basare il processo di selezione esclusivamente sull’aspetto fisico delle persone non è accettabile per minori che sono esausti  per aver passato mesi sulla strada lontano da casa.
 
Questi errori aggravano il fatto che non sono state date informazioni affidabili ai minori nel corso della settimana precedente lo sgombero. MSF, che tre mesi fa ha aperto a Calais un centro di accoglienza per minori stranieri non accompagnati (CAMIE) insieme all’associazione britannica Refugee Youth Service, ha visto decine di adolescenti forzati a trascinarsi da un’organizzazione all’altra in cerca di informazioni affidabili e chiare – a cominciare da dove avrebbero dormito la settimana seguente. 
 
Inoltre, la procedura semplificata per la riunificazione familiare dei minori con le famiglie in Gran Bretagna non viene ancora adattata alla situazione di ciascun minore: “Stiamo dando assistenza a un bambino sordo a cui il fratello maggiorenne fa da interprete. Se il bambino si dovesse riunire con la propria famiglia in Inghilterra, questo ragazzo rimarrebbe da solo in Francia, dove non conosce nessuno,” dice  Grégoire Bonhomme, capo attività di MSF
 
Sebbene diverse centinaia di minori presenti nella Giungla di Calais potrebbero presto attraversare la Manica, che ne sarà dei minori stranieri non accompagnati che continueranno ad arrivare in Francia nella speranza di riunificarsi con i loro parenti in Inghilterra?
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