Goma (Congo Orientale) e Ruanda Medici Senza Frontiere pienamente operativa dopo l eruzione del vulcano

Gisenyi, 21 gennaio 2002. Partono da Kigali i primi soccorsi d’emergenza che Medici Senza Frontiere (MSF) ha inviato alla città ruandese di Gysenyi per soccorrere la popolazione sfollata che fugge da Goma dopo l’eruzione del vulcano Nyiragongo. Gli aiuti, necessari a potenziare le capacità d’intervento di MSF nella regione, consistono in forniture mediche, ripari, acqua e materiale igienico e sanitario mentre altro personale esperto sta partendo dall’Europa per raggiungere l’area e rafforzare la capacità di soccorso dei team presenti sul terreno. Entro poche settimane, MSF avrà in loco una presenza internazionale di 15 persone e 50 collaboratori locali.

I volontari di MSF hanno installato cisterne d’acqua alla periferia della città ruandese in direzione di Ruhengeri e lavoreranno anche in due campi rifugiati nei pressi di Gisenyi – a Mudende e Nkamira – dove decine di migliaia di rifugiati potrebbero trovare accoglienza. MSF provvederà alle cure mediche, ai servizi igienici e alla fornitura di acqua potabilizzata.

I team sul terreno continuano a monitorare la situazione sanitaria pronti a fornire assistenza nell’eventualità di epidemie; due casi di morbillo sono già stati scoperti a Nyundo e i volontari si stanno preparando ad effettuare una vasta campagna di vaccinazione.

Scosse di terremoto si susseguono con una certa frequenza e la popolazione è pertanto esitante a tornare indietro preferendo rimanere a Gisenyi. L’attuale catastrofe si aggiunge agli enormi problemi umanitari che la popolazione della Repubblica Democratica del Congo affrontano da anni. Fame, spostamenti, mancanza di cure mediche e epidemie sono drammi ricorrenti in questa provincia colpita da anni di guerra.

MSF ha diversi programmi in corso nella Repubblica Democratica del Congo per portare assistenza sanitaria di base, copertura alimentare, lotta alle epidemie e prevenzione e trattamento per le malattie sessualmente trasmissibili e l’HIV/AIDS. L’organizzazione è anche attiva in Ruanda e ha grossi depositi di materiale d’emergenza nella regione, condizione che ha permesso l’immediato intervento dopo l’eruzione.

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