La nostra équipe è costretta a chiudere definitivamente il centro di emergenza a Turgeau, nel centro di Port-au-Prince, a causa dell’intensificarsi delle violenze. Continuiamo a operare in altri ospedali e cliniche della capitale.
Le violenze armate minacciano il lavoro umanitario
Le attività in questa struttura sanitaria erano state temporaneamente sospese nel marzo 2025 quando 4 veicoli del nostro team erano stati colpiti intenzionalmente.
Da diverse settimane, l’area intorno al centro di Port-au-Prince è teatro di violenze armate regolari. Se le attività mediche dovessero riprendere a Turgeau, sarebbero fortemente compromesse dal livello di rischio per i pazienti e il personale sanitario. L’edificio è già stato colpito più volte da proiettili vaganti a causa della sua vicinanza alle zone di combattimento, il che renderebbe la ripresa delle attività troppo pericolosa sia per i pazienti che per il personale”. Jean-Marc Biquet capomissione MSF ad Haiti
Condanniamo questa situazione e invitiamo tutte le parti a rispettare il lavoro umanitario e medico. L’azione medica deve poter svolgersi in totale neutralità, in uno spazio protetto dalla violenza, al fine di continuare a rispondere ai bisogni urgenti delle popolazioni vulnerabili.
La nostra équipe continua senza sosta le sue attività nella capitale Port-au-Prince attraverso:
- l’ospedale Tabarre,
- il centro di emergenza di Cité Soleil,
- la clinica Pran Men’m,
- l’assistenza sanitaria di base a Delmas 4, Bel Air, Bas Bel Air/La Saline,
- la recente riapertura del reparto maternità Isaïe Jeanty in collaborazione con il ministero della salute e della popolazione.
Ospedale Turgeau: dal 2021 curati 100.000 pazienti
Dal 2021 al marzo 2025, il centro di emergenza Turgeau, dove lavoravano 206 persone, ha curato più di 100.000 pazienti di tutte le età, dimostrando il suo ruolo fondamentale nell’aiutare le popolazioni vulnerabili della capitale.
Dopo la sospensione delle attività nel marzo 2025, sono state condotte diverse valutazioni tecniche per la protezione balistica, ma nessuna ha permesso di garantire un livello di sicurezza sufficiente per proseguire le attività.
È stata una decisione difficile perché la chiusura ha un impatto significativo sull’accesso all’assistenza sanitaria di una popolazione già gravemente colpita dalla violenza, dall’instabilità e da condizioni di vita sempre più precarie. Tuttavia, restiamo fortemente coinvolti e continuiamo a esplorare attivamente tutte le alternative per mantenere il nostro supporto medico a Port-au-Prince e a Carrefour, con le nostre attuali operazioni nel campo sanitario o prendendo in considerazione altre attività”. J. M. Biquet
Prima di riprendere le attività mediche nel centro di Port-au-Prince e a Carrefour, siamo ancora in attesa della firma di un protocollo d’intesa che istituisca un corridoio umanitario tra Port-au-Prince e Carrefour.
Questa misura è considerata fondamentale e costituisce il presupposto per la ripresa delle attività sospese nel marzo 2025.