I prezzi di farmaci contro l’Aids sono ancora irraggiungibili per il Sud del mondo In troppi continuano a morire.

Ginevra, 30 giugno 2005 – In seguito alla pubblicazione del rapporto dell’ONU sullo stato dell’arte nella lotta all’Aids, Medici Senza Frontiere lancia un nuovo allarme: le riduzioni del prezzo dei farmaci antiretrovirali che si sono registrate dal 2001 a oggi non sono più sufficienti. Con l’insorgere delle inevitabili resistenze ai farmaci sempre più pazienti avranno bisogno di terapie nuove, di seconda linea, il cui prezzo è ancora del tutto inaccessibile per i paesi poveri.

MSF ha appena pubblicato l’ottava edizione del volume "Districarsi tra i prezzi degli ARV: un guida all’acquisto dei farmaci contro l’Aids nei Paesi in via di sviluppo" : lo studio mostra chiaramente che i successi ottenuti in questi anni non sono più sufficienti: dal 2000 in poi la concorrenza dei generici indiani ha permesso di abbassare i prezzi dei farmaci di prima linea contro l’Aids da 10mila a 150 $ l’anno per paziente; ma ancora oggi i prezzi delle terapie di seconda linea e di quelle ad hoc per bambini sono almeno 12 volte più alti. Oggi è indispensabile far sì che i farmaci di nuova generazione (quelli di seconda linea, appunto) siano resi accessibili: il numero di pazienti che mostrano resistenze alle terapie di prima linea sta infatti crescendo e sempre più pazienti avranno bisogno di passare ai farmaci di nuova generazione.

Oggi MSF somministra farmaci antiretrovirali a circa 35mila malati in 30 Paesi. Circa il 70% dei pazienti di MSF sono trattati con farmaci indiani raccomandati dall’OMS e particolarmente vantaggiosi perché molto più facili da assumere e più economici dei farmaci prodotti dalle multinazionali. "Il successo dei nostri programmi di lotta all’Aids è decisamente elevato: l’80% dei pazienti è ancora in vita dopo 12 mesi di trattamento. Ma in alcuni dei progetti operativi da più anni stiamo iniziando a verificare la necessità di cambiare la terapia ai pazienti più "anziani": alcuni di loro hanno sviluppato resistenze ai farmaci di prima linea e dobbiamo iniziare a curarli con quelli di seconda linea – spiega Felipe Garcia de la Vega, medico specialista in HIV/AIDS della Campagna per l’accesso ai farmaci di MSF -. Oggi MSF paga meno di 250$ l’anno per paziente per le terapie di prima linea grazie al fatto che in alcuni Paesi strategici come l’India e il Brasile non erano riconosciuti i brevetti sui farmaci e le industrie farmaceutiche locali hanno potuto avviare la produzione di farmaci generici economici e di qualità. Ma quando passiamo ai trattamenti di seconda linea i prezzi aumento da 6 a 12 volte. Anche per i farmaci pediatrici non esistono alternative generiche, e così trattare un bimbo può essere fino a 4 volte più costoso che trattare un adulto".

Dal 1° gennaio 2005 anche l’India ha dovuto adeguarsi alle regole imposte dall’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) in materia di brevetti sui farmaci. Le industrie farmaceutiche indiane sono state, fin qui, i principali produttori di farmaci generici contro l’Aids, ma con la nuova normativa imposta dal WTO esse non potranno produrre versioni generiche dei farmaci di nuova generazione. Così somministrare i farmaci ai pazienti bisognosi di terapie di seconda linea continuerà a essere troppo costoso per le organizzazioni umanitarie e per i Governi dei Paesi più poveri.

Secondo il rapporto di MSF l’attuale sistema di prezzi basato sull’applicazione, da parte delle multinazionali farmaceutiche, di sconti volontari per i Paesi in via di sviluppo, non è in grado di garantire la disponibilità di medicine a prezzi accessibili, né ora né in futuro.
Questo meccanismo, conosciuto come "sistema di prezzi differenziati" non funziona per diversi motivi. In primo luogo, a volte il prezzo offerto dalle multinazionali ai Paesi poveri è semplicemente esorbitante: la GlaxoSmithKline, per esempio, ha annunciato che venderà l’abacavir a oltre 800$ l’anno per paziente nei Paesi poveri. In altri casi accade che i prezzi scontati annunciati dalle grandi compagnie farmaceutiche non si traducono mai in realtà perché quelle stesse compagnie omettono di registrare o commercializzare il farmaco nei paesi del Sud. Infine un grave problema è rappresentato dal fatto che nessuno sconto viene offerto ai così detti paesi "a medio reddito": tra questi rientrano molti Paesi dell’America latina dove larghe fette di popolazione sono poverissime e malate.

L’OMS stima che, dei 40 milioni di sieropositivi che ci sono nel mondo oggi, almeno 6,5 milioni sono in una fase della malattia che richiede l’immediato inizio di una terapia. Tra loro appena un milione ha accesso ai farmaci. Una cifra ben lontana dall’annunciato obiettivo di far arrivare i farmaci a 3 milioni di persone entro il 2005. Oltretutto gran parte del milione di persone che ricevono i farmaci antiretrovirali, ricevono terapie di prima linea, e nel giro di qualche anno avranno bisogno di passare a farmaci di seconda linea.

Il problema del costo dei farmaci di nuova generazione è già evidente in Brasile, l’unico Paese povero ad aver avviato un programma nazionale di cura dei malati di Aids già dal 1996: il Brasile oggi è costretto a spendere ben il 63% di tutte le risorse destinate alla lotta all’Aids per l’acquisto di tre soli farmaci di seconda linea (ritonavir/lopinavir della Abbott, tenofovir della Gilead ed efavirenz della Merck), tanto che il Governo Lula ha deciso di ricorrere alle clausole di salvaguardia fissate dalle norme internazionali sul commercio per produrre i farmaci localmente e svincolarsi dagli esosi conti imposti dalle multinazionali.

"I Paesi del G8 e altri donatori stanno discutendo di accesso universale ai farmaci contro l’Aids, ma questo rimarrà un obiettivo irrealizzabile se i prezzi continueranno a essere così alti. E’ indispensabile che il G8 e l’OMS e gli stessi Governi dei Paesi in via di sviluppo, sull’esempio del Brasile, incoraggino tutti gli strumenti previsti dal diritto internazionale, come le licenze obbligatorie, per permettere ai Paesi più colpiti di produrre o importare versioni generiche dei farmaci contro l’Aids", conclude il dottor Dr Garcia de la Vega.

Scarica il Rapporto "Districarsi tra i prezzi degli ARV: un guida all’acquisto dei farmaci contro l’Aids nei Paesi in via di sviluppo", in Inglese >>

Condividi con un amico