Indonesia: tre equipe di MSF nelle zone colpite dallo Tsunami.

 

Un potente terremoto sottomarino di magnitudo 7,7 ha creato quest’onda distruttiva. A Pangandaran, la città sulla costa sud-occidentale che è stata la più colpita dalla catastrofe, si parla di 25mila sfollati. Tali cifre vanno tuttavia considerate con cautela, poiché le informazioni sono ancora incomplete e talvolta contraddittorie.

La piccola località di mare è stata abbandonata dai suoi abitanti; tutti si sono rifugiati sugli altipiani per paura di un altro tsunami. Molti sono stati accolti dalle famiglie, altri hanno trovato riparo temporaneo nelle scuole, nelle moschee e in 20 campi improvvisati costruiti nei giorni successivi alla catastrofe.

Il governo indonesiano, la Mezza Luna Rossa, l’esercito, i gruppi religiosi e le organizzazioni locali hanno fornito insieme una risposta immediata ai bisogni sanitari degli sfollati, e anche i bisogni di acqua potabile sono stati rapidamente coperti. MSF ha donato al centro sanitario i bendaggi per curare le molte ferite.

La solidarietà locale è stata straordinaria. Gli abitanti di Pangandaran sono ancora troppo spaventati per tornare a casa, ma diversamente dallo tsunami del 2004 ad Aceh, qui la vasta maggioranza delle case sono rimaste intatte.

Più a est una seconda equipe di MSF ha raggiunto la città costiera di Cilacap, dove si stima vi siano 5mila sfollati in campi ai quattro angoli della città. Secondo le ultime informazioni la situazione a Cilacap è in gran parte simile a quella a Pangandaran.

L’equipe di MSF ha donato teli di plastica e kit familiari contenenti generi di base per la protezione e l’igiene. A parte questo, le equipe di MSF si aspettano che il bisogno di assistenza da parte loro sia limitato.

Una terza equipe sta visitando la regione a ovest di Pangandaran dalla città di Cikalong.

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