Kenya Dadaab: “No al rimpatrio forzato dei rifugiati somali”

Le richieste delle autorità keniane di chiudere entro tre mesi il campo rifugiati di Dadaab, nel nord-est del Kenya, con il rimpatrio forzato in Somalia dei suoi abitanti, avrebbe conseguenze drammatiche e pericolose per la vita di centinaia di migliaia di persone. Lo afferma MSF.

Le condizioni attuali non consentono un ritorno sicuro e dignitoso per i rifugiati in Somalia. Per questo MSF esorta il governo del Kenya e la comunità internazionale ad aumentare gli aiuti e la sicurezza per i rifugiati somali che vivono all'interno dei confini del Kenya.

"Una misura così drastica in un lasso di tempo inverosimilmente breve toglierebbe a generazioni di rifugiati qualunque alternativa per il proprio futuro", afferma Charles Gaudry, capo missione di MSF in Kenya. "Questa mossa potrebbe colpire centinaia di migliaia di persone, costringendole a rientrare in un paese dove la sicurezza e l'assistenza medica non sono minimamente garantite e in alcuni luoghi sono addirittura inesistenti."

Il campo rifugiati di Dadaab ospita circa 350.000 ed è il più grande al mondo. Per più di 20 anni, ha dato rifugio a generazioni di somali fuggiti da un paese devastato dalla guerra. MSF gestisce un ospedale con 100 posti letto e quattro centri di salute nel campo di Dagahaley, uno dei cinque campi che compongono il complesso.

Negli ultimi anni l’assistenza umanitaria all’interno del campo si è ridotta per il deteriorarsi delle condizioni di sicurezza e la diminuzione dei fondi ricevuti dalle tante organizzazioni umanitarie che vi lavorano. Nonostante questo, Dadaab rappresenta ancora un rifugio più sicuro della Somalia.

“La Somalia non è un posto in cui tornare” ha detto un rifugiato, Abdul Hussein, a MSF a fine marzo. “Il problema che ci ha portato a Dadaab esiste ancora. Le persone non hanno un posto dove vivere. Non hanno niente.”

“Forzare i rifugiati a tornare in un paese devastato dalla guerra non è una soluzione” continua Gaudry di MSF. “Al contrario, il Governo del Kenya e la comunità internazionale dovrebbero lavorare insieme per aiutare e proteggere i rifugiati somali che hanno trovato rifugio in Kenya.”

"È anche ai rifugiati di Dadaab, per i quali le drammatiche condizioni del campo sono comunque un’alternativa migliore della guerra, che dedichiamo la nostra campagna #Milionidipassi" ha detto Loris De Filippi, presidente di MSF. “Chi è costretto a scappare per sopravvivere deve ricevere assistenza e protezione.”

La presenza di MSF a Dadaab

MSF lavora a Dadaab da 20 anni e oggi è l’unica organizzazione a fornire cure mediche nel campo di Dagahaley. Nel 2014, MSF ha effettuato 180.000 consultazioni ambulatoriali, ha ricoverato 12.000 persone, fornito 12.000 consultazioni prenatali e fatto nascere 3.240 bambini nel campo di Dagahaley. Dopo gli attacchi all’Università di Garissa il 2 aprile, MSF ha inviato un’équipe da Dadaab per supportare il Garissa Hospital nel trattare i feriti e ha fornito assistenza medica all’aeroporto di Garissa, dove erano stati evacuati centinaia di studenti. 

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