La testimonianza di due operatori dalla Striscia di Gaza

I membri del team di MSF hanno perso molti familiari a causa dei bombardamenti, mentre altri hanno dovuto evacuare le proprie abitazioni. Un medico palestinese di MSF e Cecile Barbou, coordinatore medico di MSF nella striscia di Gaza, sono stati contattati telefonicamente.

Medico palestinese di Medici Senza Frontiere nella Striscia di Gaza

Il 5 gennaio a Gaza, è stata colpita una ONG sanitaria locale; vicino al mio quartiere sono state distrutte quattro ambulanze. Hanno colpito quattro volte con un F16. Un’esplosione ha distrutto un edificio vicino a casa mia, nel quale hanno perso la vita 10 persone della stessa famiglia, soprattutto donne e bambini. Erano le 6.30 del mattino. E solamente un’ora fa hanno colpito una serra vicino a casa mia – una serra per verdure e prodotti simili. Non so, è una situazione stranissima e nessuno capisce cosa succede. Sono tutti completamente esausti. Io sono esausto perché ho una famiglia e ci svegliamo per le bombe, dormiamo sotto le bombe. E non sappiamo quando le bombe giungeranno.

Cecile Barbou, coordinatore medico di Medici Senza Frontiere nella Striscia di Gaza

Dall’inizio delle incursioni di terra, quattro membri del nostro staff sono stati colpiti direttamente. Una nostra collega era sotto la propria casa ed è stata in grado di uscire senza ferite, ma è stata molto fortunata. Un altro collega ha visto metà della sua famiglia morire davanti ai propri occhi e ha avuto enormi difficoltà a uscire e evacuare il resto della sua famiglia. La giovane figlia di un’altra collega è stata ferita a una spalla, è stata operata e ora sta bene, e la sorella di un altro collega è stata colpita all’addome e anche lei è stata operata e sta bene. Ma le cose sono davvero cambiate. Possiamo affermare che se il nostro staff era in una situazione più o meno sicura all’inizio, adesso si trova in una situazione molto, molto complicata.

Medico palestinese di Medici Senza Frontiere nella Striscia di Gaza

A seguito dell’invasione di terra, il problema è che la maggior parte delle vittime sono civili. La maggior parte sono bambini, e il numero continua a crescere. Esiste un grande problema per l’accesso e per evacuare i feriti e i morti dalle zone colpite, le ambulanze non riescono a raggiungere queste zone da evacuare. Per questo la maggior parte delle persone che sono morte durante l’operazione di terra è morta dopo avere subito gravi ferite e senza che nessuno potesse aiutarle o trarle in salvo o portarle in ospedale.

L’altro giorno le ambulanze sono riuscite a evacuare i feriti del giorno prima, e molti sono feriti gravi. Magari erano stati feriti leggermente o moderatamente, ma a causa della perdita di sangue e la mancanza di accesso alle cure si trovano adesso in una situazione molto grave e critica.

Per 10 giorni, l’ospedale di Shifa ha effettuato da solo 300 interventi chirurgici importanti – amputazioni, interventi vascolari e ortopedici. Penso che il personale medico sia completamente esausto, stanno facendo del loro meglio, lavorano 24 ore su 24, non vedono le proprie famiglie. Questo potrebbe essere un problema nei prossimi giorni. Tutti noi abbiamo dei limiti.
 

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