Libano: c è bisogno di assistenza al sud ma è quasi impossibile fare giungere gli aiuti

 



Christopher Stokes, direttore delle operazioni di MSF, raggiunto al telefono a Beirut la notte del 25 luglio, descrive la situazione che ha incontrato nel sud del Libano.

“Sono giunto in Libano tre giorni fa e mi sono diretto immediatamente a sud a raggiungere le nostre equipe. Mentre avanzavamo verso sud, abbiamo incontrato due diverse realtà. Il Libano delle montagne, nello Chouf, che per il momento è stato risparmiato dal conflitto, ma dove continuano a giungere molti sfollati. Decine di migliaia di persone si stanno stabilendo qui in centri collettivi e nelle scuole.

Poi, mentre uscivamo dalle montagne e ci inoltravamo verso sud, avvicinandoci alla zona dove si svolgono i combattimenti, nella vasta area a 50 o 60 chilometri dal confine, ci sono stati bombardamenti, le bombe sono cadute sulle strade e su caseggiati, e qui molte persone sono fuggite.

Si entra in queste città che sembrano città fantasma, e invece il 30% / 40% della popolazione è rimasta qui, ma sono nascosti nei loro appartamenti, le persiane chiuse, e non escono. Non escono nemmeno per cercare assistenza medica. Sono molto isolati al momento. Sono decisamente una popolazione che ha bisogno di aiuto, così come i feriti.

Inoltre, in queste città del sud sotto i bombardamenti si trovano sfollati che sono bloccati qui e vivono nelle cantine, in condizioni ancora peggiori. Hanno bisogno di generi di prima necessità: materassi, coperte, cibo, latte in polvere… le cose di cui hai bisogno per sopravvivere.

Dallo scorso fine settimana, un’equipe di Medici Senza Frontiere si trova nella città meridionale di Tiro. Un medico di MSF fornisce supporto allo staff in uno degli ospedali.

Nell’ospedale di Tiro hanno ricoverato 24 feriti in un brevissimo lasso di tempo. Gli operatori di MSF hanno potuto constatare che si trattava chiaramente di civili e che erano stati colpiti mentre erano in viaggio non lontano dall’ospedale stesso. Lo staff dell’ospedale incontra comincia ad avere difficoltà a gestire la situazione.

Vorrei sottolineare che, a proposito dei feriti, in molte località i chirurghi libanesi sono rimasti negli ospedali – e nel paese c’è una grande quantità di personale medico qualificato di alto livello. Sono rimasti al loro posto anche in aree dove sono estremamente a rischio e in pericolo. Alcuni di loro sono molto stanchi perché hanno lavorato molto duramente negli ultimi tempi, e le scorte di alcuni farmaci di base stanno esaurendosi.

Ma trasportare i rifornimenti, essenziali, è un’impresa molto difficile, poiché i convogli che trasportano gli aiuti non sono al sicuro dai bombardamenti.

Vorremmo potere fare di più. Siamo molto limitati nella nostra azione a Tiro. Trasportare gli aiuti al sud è molto difficile. Ovviamente, c’è bisogno di camion, ma c’è anche bisogno di potersi muovere. Al momento le nostre equipe sono bloccate, mentre stiamo cercando di portare rifornimenti al sud entro il pomeriggio di domani, utilizzando veicoli privati più piccoli”.

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