Liberia MSF avvia un progetto per le vittime di violenze sessuali.

Bruxelles/Roma, 8 ottobre 2003. La settimana scorsa Medici Senza Frontiere ha avviato un progetto di assistenza per le vittime di stupri e violenze sessuali perpetrate nelle zone vicine alla capitale della Liberia, Monrovia, commesse durante i 14 anni di guerra civile che hanno devastato il paese. Si teme che un'alta percentuale di donne e bambini abbia subito abusi o aggressioni sessuali durante il conflitto: donne strappate alla loro famiglia e utilizzate come "schiave sessuali", bambini aggrediti anche quando avevano meno di cinque anni. Lo scopo del progetto è incoraggiare le vittime di stupri e le loro famiglie a chiedere aiuto il prima possibile dopo un'aggressione sessuale, in modo da poter ricevere immediatamente le cure mediche essenziali.

Il progetto è attivo in tre campi a nord di Monrovia, in cui sono ospitati circa 16.000 sfollati fuggiti dalle loro case durante i combattimenti. Il personale di MSF in Liberia, composto anche da persone vittime della guerra, lavora all'interno dei campi per informare dell'esistenza di questa forma di assistenza e per incoraggiare i sopravvissuti agli stupri a farsi visitare. Ogni giorno, chi ha subito violenze sessuali, deve affrontare i tabù culturali e la vergogna sociale che circonda questo tipo di abusi per incoraggiare le donne e le ragazze a raccontare la loro esperienza.

Le donne e i bambini che denunciano di essere stati stuprati vengono in primo luogo indirizzati alle cliniche sanitarie locali, quindi inviati al Redemption hospital di Monrovia per essere sottoposti ad esami e cure. E' importante che vi sia sempre un membro del personale locale vicino al paziente, per spiegare le varie fasi della procedura. Le pazienti vengono sottoposte a profilassi per evitare una gravidanza, se si presentano entro 5 giorni dall'aggressione sessuale. Non ricevono una pillola abortiva, ma una "pillola del giorno dopo", che impedisce l'impianto dell'ovulo fecondato nell'utero.

Coloro che si presentano entro tre giorni dal momento dello stupro possono essere sottoposti a "PEP", una profilassi che riduce il rischio di contrarre il virus dell'HIV se somministrata entro 72 ore dal rapporto sessuale. Tutti coloro che si presentano vengono sottoposti a trattamento contro altre malattie a trasmissione sessuale, come gonorrea, clamidia e sifilide e vengono vaccinati contro l'epatite B e il tetano.

Da quando è stato avviato il progetto, due settimane fa, l'equipe ha visto una ventina di pazienti, e questo fa pensare che la frequenza di stupri e abusi sessuali sia estremamente alta. Secondo la Dott.ssa Nathalie Civet, coordinatrice del progetto, "Molti pazienti visitati da MSF denunciano aggressioni sessuali avvenute in giugno, durante i forti scontri tra i ribelli e l'esercito governativo a Monrovia e nei dintorni. Ma siamo stati sorpresi anche dall'alto numero di abusi sessuali compiuti in ambito familiare. Siamo certi che anche quando finirà la situazione di emergenza dovuta ai forti scontri, vi sarà comunque in Liberia grande necessità di assistenza medica per le vittime di abusi sessuali e stupri."

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