Liberiani intrappolati tra violenze e conflitti

In un rapporto di Medici Senza Frontiere le testimonianze agghiaccianti di una popolazione in fuga

Roma, 24 luglio 2003 – La capitale della Liberia, Monrovia, è da settimane teatro di terribili violenze. Bombardamenti, sparatorie, saccheggi sono all'ordine del giorno e a pagarne le conseguenze è soprattutto la popolazione civile: le vittime crescono giorno dopo giorno. Il team di Medici Senza Frontiere (MSF) presente in città è testimone di una situazione disperata: nella sola giornata di lunedì i volontari hanno assistito 155 feriti e 13 morti. E raggiungere le persone in difficoltà diventa sempre più difficile per gli operatori umanitari.

Violenze arbitrarie, rapine, abusi sessuali, reclutamento forzato, allontanamento dai propri cari: sono queste le storie raccontate dai liberiani che Medici Senza Frontiere ha voluto raccogliere in un rapporto di 28 pagine (rapporto integrale in inglesesintesti rapporto in italiano), intitolato "Una popolazione intrappolata in un vortice di violenza e fuga" e presentato oggi in contemporanea in diversi Paesi. Le testimonianze si riferiscono a più di 10 anni di guerra civile.

"Ogni giorno ascoltiamo i nostri pazienti che ci raccontano le condizioni terribili in cui hanno vissuto negli ultimi mesi o addirittura negli ultimi anni – dice Nathalie Civet , coordinatrice medica dell'equipe di MSF a Monrovia – . nelle ultime settimane gli scontri si sono inaspriti e la capitale è al collasso. Per la terza volta in meno di due mesi decine di migliaia di liberiani sono costretti a fuggire e cercare rifugio negli stadi e negli edifici abbandonati di Monrovia. Nei campi dove si sono ammassati gli sfollati mancano cibo e medicine, mentre le condizioni igieniche pessime hanno provocato un'epidemia di colera e un incremento dei casi di malnutrizione".

MSF lancia un appello a tutte le parti coinvolte nel conflitto a rispettare i diritti della popolazione e a porre fine agli atti di violenza indiscriminata, agli stupri, alle estorsioni e al reclutamento forzato. MSF chiede anche che ai civili sia consentito di fuggire e di cercare rifugio all'estero, raccomanda ai Paesi confinanti di tenere aperte frontiere e a tutti gli altri Paesi di accogliere dignitosamente i richiedenti asilo. E' inoltre indispensabile che alle organizzazioni umanitarie venga concessa di nuovo la possibilità di muoversi in tutto il territorio.

"In tutta la Liberia non è rimasto un solo ospedale che funzioni – dice Christopher Stokes, direttore delle operazioni di MSF nell'Africa occidentale – . Sei settimane fa le organizzazioni umanitarie avevano accesso ad appena un quarto del territorio del Paese, oggi possiamo muoverci in uno spazio ancora più ridotto, che si limita a pochi chilometri intorno a Monrovia. Così la maggioranza dei liberiani sono abbandonati in condizioni disumane".

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