L impatto della guerra: un giorno nella vita del conflitto siriano

L

L'organizzazione medico-umanitaria internazionale Medici Senza Frontiere (MSF) ha lanciato oggi “L’impatto della guerra” un documentario multimediale che racconta un giorno nella vita del conflitto in corso in Siria dalla prospettiva degli operatori umanitari, dei pazienti e dei rifugiati. 

Dopo quattro anni, la guerra in Siria ha ucciso più di 150.000 persone, ha costretto più di nove milioni di persone ad abbandonare la propria casa, un terzo delle quali ha lasciato il paese. Per quanto sconcertanti, le cifre non riescono a trasmettere la reale portata del conflitto, e l’impatto che esso ha sulle vite degli individui. Concentrandosi su un solo giorno, “L’impatto della guerra” mostra l'inesorabilità del conflitto in Siria e la serie di esigenze mediche che giorno dopo giorno devono essere affrontate contemporaneamente in diversi luoghi. 

“L’impatto della guerra è così travolgente che è facile perdere di vista ciò che essa significa per i siriani” dice Joanne Liu, presidente internazionale di MSF. “Mentre lavoravo in Siria, alla fine dell'anno scorso, ho visto bambini con ferite da arma da fuoco e affetti da malattie prevenibili, famiglie prive di un riparo adeguato e donne che non potevano dare alla luce i propri bambini in un ambiente sicuro. Vi è una generale mancanza di umanità rispetto alla Siria perché, quando se ne parla, si fa spesso riferimento soltanto a numeri. Questo progetto testimonia il tributo di sangue di un conflitto brutale ed implacabile”.

Cortometraggi, reportage fotografici e resoconti comunicano le dimensioni personali del conflitto, così come viene vissuto dai pazienti rifugiati siriani e dagli operatori di MSF che li curano. 

Per realizzare “L’impatto della guerra” MSF ha collaborato con fotografi e cineoperatori di grande fama, tra cui Kate Brooks, Yuri Kozyrev, Moises Saman, Daniel Etter, e Ton Koene. Questi ultimi, alla fine dell'anno scorso, hanno visitato le cliniche e gli ospedali di MSF negli insediamenti di rifugiati a Domiz in Iraq, nella Valle della Bekaa in Libano, a Ramtha e Amman, in Giordania, al fine di documentare la situazione e il lavoro che viene svolto nel corso di una giornata. A causa delle condizioni di insicurezza, non è stato possibile documentare queste storie all’interno del territorio siriano.

Ciascuna scena fornisce uno scorcio delle sfide quotidiane, degli ostacoli e delle paure che gli innumerevoli sfollati siriani affrontano e, attraverso le loro storie, delle condizioni all'interno della Siria. 

RAMTHA, GIORDANIA, Le emergenze abbondano: Nel progetto di chirurgia traumatologica di MSF nella città di Ramtha, nella parte settentrionale della Giordania, arrivano regolarmente siriani gravemente feriti, tra cui bambini. A soli tre chilometri dal confine siriano, si possono avvertire le esplosioni della guerra. Giunge notizia che stanno arrivando tre pazienti gravemente feriti e il dottor Haydar Alwash, un chirurgo di MSF, un tempo rifugiato iracheno, interrompe bruscamente una sessione di formazione per prepararsi ad operare. “Il lavoro è molto impegnativo, ma è ciò di cui hanno bisogno i pazienti ora, non domani, non la settimana prossima” dice.

DOMIZ, IRAQ, Un limbo doloroso: Nel movimentato campo profughi di Domiz nel nord-ovest dell'Iraq, che offre rifugio ad almeno 60.000 rifugiati siriani, il dottor Mustapha Khalil, lui stesso un rifugiato siriano, viene accolto in mattinata dalla vista di decine di persone in una sala d'attesa che si trova al di fuori della clinica di MSF. “Ogni mattina è la stessa cosa” dice. Le telecamere lo seguono durante una giornata caotica, mentre assiste i pazienti, e riprendono due operatori sanitari di MSF mentre camminano attraverso il fitto labirinto di tende, visitando le famiglie per informarli dei servizi sanitari disponibili.

BEKAA, LIBANO, Alla ricerca di un rifugio: Sparsi in tutta valle della Bekaa in Libano, i profughi siriani si rifugiano dove possono, dalle tende di tela agli istituti scolastici vuoti. Hanane Lahjiri, un’operatrice di MSF, percorre tutta l’area per conoscere le condizioni di salute e condividere informazioni sui servizi che MSF fornisce presso una clinica locale. “Sono incinta, quindi sono più sensibile alle loro condizioni”, dice Lahjiri delle donne che incontra. “Quando una donna mi ha detto che il suo bambino era morto, è stato molto difficile per me. Ho immaginato me stessa nella sua situazione”.

AMMAN, GIORDANIA, Casi irrisolti: Nel progetto di chirurgia ricostruttiva di MSF ad Amman, in Giordania, uno dei pazienti del dottor Ashraf Bustanji è stato vittima di una granata che, sei mesi prima, ha dilaniato la sua gamba. È stato curato in Siria da un dentista, l'unica figura medica disponibile al momento. Il medico, a volte, deve moderare le speranze di un rapido recupero coltivate da un paziente.

“Quello che abbiamo colto in un solo giorno non è altro che un minuscolo riflesso del crescente tributo umano del conflitto in Siria” dice Moises Saman, un fotografo dell’agenzia Magnum, inviato in Libano per il progetto. “In un solo giorno si vede nei minimi dettagli l'enorme sofferenza causata dalla guerra in Siria, mentre ci si rende conto che è solo un giorno in un conflitto che dura ormai da più di tre anni, e sembra non avere fine”.

MSF ha iniziato a lavorare in Siria subito dopo l’inizio della guerra, prima supportando le strutture mediche con donazioni di farmaci e forniture, poi costruendo le proprie strutture, dove possibile. MSF ha cercato di ottenere dal governo di Damasco l’autorizzazione a lavorare in Siria, ma senza successo. Le équipe hanno istituito dei progetti nelle aree sotto il controllo dell’opposizione, principalmente nelle regioni settentrionali di confine. MSF, inoltre, ha avviato nei paesi confinanti dei vasti programmi medici e umanitari a sostegno dei rifugiati siriani.

Data la ferocia dei combattimenti e il crollo del sistema medico siriano, i bisogni acuti sono innumerevoli, soprattutto da quando gli ospedali e gli operatori sanitari in Siria sono stati presi di mira.

Il lancio del documentario era stato originariamente previsto per il mese di gennaio 2014, ma è stato ritardato quando i membri dell’équipe di MSF sono stati prelevati da un gruppo armato nel nord della Siria il 2 gennaio. Stavano lavorando in un ospedale gestito da MSF per fornire assistenza sanitaria essenziale alle persone colpite dal conflitto. Tre dei membri dell’équipe sono stati rilasciati il 4 aprile e gli altri due il 14 maggio. 

“La sfida principale che abbiamo di fronte in Siria consiste sicuramente nel fornire aiuti senza correre eccessivi rischi per le nostre équipe e i nostri pazienti”, dice la Dott. Liu. “La realtà è che non abbiamo l’accesso che sarebbe necessario per raggiungere la maggior parte della popolazione civile. Cerchiamo di prestare assistenza ai pazienti più bisognosi che riusciamo raggiungere”.

La presenza di MSF

A partire dal giugno 2012 MSF ha gestito ospedali e centri sanitari in tutto il nord della Siria. Queste strutture hanno realizzato più di 10.151 interventi chirurgici, 63.440 interventi di pronto soccorso, 109.214 visite ambulatoriali, e più di 2.373 parti sicuri. MSF supporta, inoltre, 48  ospedali e 38 posti medici gestiti da reti di medici siriani in sette governatorati. L'insicurezza rende estremamente difficile fornire servizi medici sul terreno e, anche se alcune attività di MSF sono state ridotte, l'organizzazione continua a privilegiare ove possibile l'assistenza diretta. In Iraq, Giordania e Libano, MSF gestisce programmi di medicina su larga scala per i rifugiati siriani e fino ad oggi ha realizzato più di 500.000 consultazioni mediche.

Visita il sito "L'impatto della guerra"

Condividi con un amico